Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

84 principi è poi un altro problema. Resta tuttavia da chiedersi se queste formazioni politiche non abbiano assunto esse stesse un ruolo di produzione d i omogeneità. Sembra restar fermo peraltro quanto osservavo poc'anzi, che cioè, almeno ex post, sarebbe rappresentabile, se ci muoviamo nell'unità d i grandezza dello Stato, solo ciò che è omogeneo. Cerchiamo ora d i cogliere, per concludere, le linee della dinamica della trasformazione f ra i due t ipi d i rappresentanza. L'uni tà che nel discorso classico d i Sieyès viene rappresentata è, l'abbiam visto, la nazione. Ma cos'è la nazione per l'assemblea rivoluzionaria? Essa è naturalmente i l «terzo stato». L'ipotesi che vorrei formulare circa i l mutamento del sistema rappresentativo mi deriva dall'interpretazione della Verfassungsgeschichte — storia della costituzione, qui in senso materiale — europea del sec. 190 che è possibile trarre dalle opere di tre studiosi tedeschi: L. von Stein, autore di una monumentale storia costituzionale del la Francia dall'Ancien Régime a l '48 (35), R. Smend, che ha formulato una non molto nota dottrina dello Stato, che va sotto i l nome d i «Integrationslehre» (36), e G. Leibholz, che, oltre ad aver analizzato per primo in modo sistematico la forma «Stato di partiti», ha pubblicato nel 1929 un saggio classico sulla «rappresentanza» (37). L'unità del Terzo stato, a cui Sieyès legava i l suo modello di sistema rappresentativo uscito dalla Rivoluzione Francese, poté offrire una base al sistema politico liberale-parlamentare per non più di alcuni decenni. Con la rottura di questa unità - - si tratta di cose ben note, i l che mi consente di procedere per semplici accenni — o meglio con l'emergere nel corso del sec. 19° della disomogeneità prodotta dalla lotta fra le classi che traevano la loro origine dal Terzo stato, la minaccia proveniente da forze esterne al sistema politico (che da esso non si sentono rappresentate) spinge alla ricerca di meccanismi di integrazione per evitare i l superamento di una soglia al di sotto della quale si dovrà constatare, rovesciando un'affermazione d i Tommaso d'Aquino, che «minima unitas destruit civitatem». Fra questi meccanismi d i integrazione assume un ruolo centrale i l partito politico di massa. Esso garantisce l'accesso al lo Stato, l a partecipazione all'unità politica, dei gruppi sociali che assediano ormai l a cittadella 35. Geschichte der sozialen Bewegung i , , Frankreich von 1789 bis auf i n - sere Tage, Leipzig, 1850. 36. Vedi per una presentazione sintetica l'articolo «Integrationslehre» (1956) in R. Smend, Staatsrechtliche Abhandlungen, Berlin 1968, pp. 402 sgg. 37. Cfr. nota 26. Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==