Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

, ' . ' . ' . ' . • . ' . •:•:.:•:•:•:•:•:•:•:•:> Imovimenti pacifisti non sono sorti e non hanno prodotto il loro massimo sforzo nel periodo dal 1979 al 1983, non hanno protestato contro l'Unione Sovietica; hanno invece totalmente isolato la questione dell'installazione dei missili Nato dal contesto politico internazionale. Né vale opporre che tali movimenti debbono svolgere il loro ruolo nei paesi dove si troyano ad operare, perchè ciò costituisce una assoluta rinuncia ai "valori universalistici" tipici di ogni movimento democratico e progressista. Fu proprio il carattere universalista del movimento contro l'intervento americano in Vietnam, la sua non diretta connessione con la realtà dei paesi in cui operava (almeno in Europa) a costituirne la grande forza, politica e propositiva; ciò che mostrò agli Stati Uniti la profonda caduta della propria immagine nel mondo e li costrinse, certo assieme ad altri fattori, ad abbandonare l'avventura vietnamita. Sotto questo aspetto i movimenti pacifisti attuali rivelano una profonda mutazione in quanto mi sembra che attuino, coerentemente, unadissociazione sempre più aperta tra l'obiettivo politico da essi perseguito, il disarmo, e la riflessione sulla situazione politica mondiale. Vorrei essere più preciso, se possibile: la dissociazione investe sempre di più il nesso tra l'obbiettivo del disarmo e la valutazione su un "giusto ordine" della comunità internazionale. In questo mi sembra che imovimenti pacifisti riprendano—assieme ad una precisa fisionomia situazionista ed esistenziale tipica dei movimenti collettivi moderni— un cal dttare più antico: una visione "apocalittica" della storia. OFFERTA SPECIALE abbonandoVi subito presso il Vostro libraio abbonamento 1984 invece di L. 38.000 • . . Prezzo del presente fascicolo L. 9.500, Iva inclusa L. 36.000

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==