Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

81 insistere su questo punto fatto varrà la pena tentare di chiarire qual è il contenuto politico dell'istituto elettorale. L'elezione, che non è un contratto di mandato, è piuttostoun'autorizzazione, una scelta, qualcosache ha a che fare al limite, lo vedremo fra poco, con il plebiscito. In termini diversi, l'elezione dei rappresentanti non è tanto una delega di potere dal bassoverso l'alto, dal momentoche gli eletti hanno poterimaggiori degli elettori (si pensi, per intenderci, ad un parlamentoche può fare leggi e cambiare la costituzione, ciò che non put) fare il corpo elettorale, o anche ad un presidente della Repubblica, che, eletto dalle Camere, può scioglierle, il che è vietato allemedesime),essa è piuttosto una investitura dal basso, un'autorizzazione che il sovrano richiede e che sancisce una sorta di patto di fiducia che lega gli elettori agli eletti. Per riprendere l'esempio di Le Lolme, eleggere è un po' comescegliersi un medico o un avvocato. Le loro capacità ed il loro potere (degli eletti) non hanno origine dalla nostrascelta, quest'ultima ci permette solo di usufruire — se così possibileesprimersi — della loro capacità di governo. Bisogna soltantoaggiungere che nel sistema rappresentativoclassicosenza partiti la scelta degli elettori ha o dovrebbe avere la funzione di selezionare i governanti migliori. Losviluppo del sistema politico nel corso dei sec. 19° e 200 ha messocapo ad una struttura della rappresentanzasignificativamente diversa da quella pensata dall'Assemblée Nationale che ho cercato finora di riassumere. Vorrei qui, sulla scorta degli studi di Leibholz (27), cercar di fornire un quadronecessariamenteschematico della forma contemporanea della rappresentanza che chiamerò «Stato dei partiti», tentando infine di formulare alcune ipotesi sulle ragioni di questa trasformazione (e non, invece, sulle sue prospettive). Elementi caratteristici della nuova rappresentanza politica sono: 1) i l suffragio universale, 2) l'esistenza di partiti politici di massa, 3) l'accettazione di un pluralismosocialeche la RivoluzioneFrancese aveva invece rigettato fuori della costituzione rappresentativa, 4) la trasformazioneprofonda del ruolo dell'istituto parlamentare connessoalla riapparizione di una qualche forma di mandato, 5) le elezioni politiche che — specialmentedove esiste un sistema elettorale come quello italiano — potrebberoesseredefinite un «plebiscitoproporzionale intermittente». Si tratta, come è evidente, di problemi che nonpossonoessere tutti affrontati qui per la loro complessità. Sarà sufficientesoffermarsi 27. Cfr. note 2 e 26. Biblioteca Gino Bianco

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