Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

incapace di una decisione meditata» (22). Ora è possibile ritrovare questi temi in un intervento giustamente famoso d i Sieyès all'Assemblee Nationale del 7 settembre 1789, che è importante citare un po' per esteso, i n cui l'abate collega l a sua proposta politica ed anzi la fa come scaturire da un'analisi dell'assetto che va assumendo la società: «I popoli europei moderni rassomigliano ben poco ai popoli antichi. Fra di noi non ci si occupa di altro che di commercio, di agricoltura, di industrie ecc.; i l desiderio delle ricchezze sembra trasformare tut t i gl i stati d'Europa i n vasti opifici; i n essi si pensa più al consumo ed alla produzione che alla felicità; anche i sistemi politici sono fondati oggi esclusivamente sul lavoro. Siamo dunque obbligati a vedere nella maggior parte degli uomini nient'altro che macchine da lavoro. Tuttavia, non potete r i - fiutare la qualità di cittadini ed i diri tt i della cittadinanza a questa moltitudine senza istruzione che un lavoro forzato assorbe interamente; dal momento che come voi devono obbedire alla legge, come voi devono anche concorrere a farla; questo concorso deve essere uguale e può essere esercitato in due modi diversi. I cittadini possono dare la loro fiducia ad alcuni di loro; senza alienare i loro diritti, essi ne affidano l'esercizio; è in favore dell'utilità comune che nominano dei rappresentanti, molto più capaci di loro stessi di conoscere l'interesse generale e di interpretare la propria volontà tenendo conto di esso. L'altro modo di esercitare i l proprio diritto alla formazione della legge è di concorrere a farla ciascuno immediatamente. Questo concorso immediato è ciò che caratterizza la democrazia vera e propria; i l concorso mediato designa i l governo rappresentativo; l a differenza f ra i due sistemi politici è enorme. Fra di noi non è in dubbio la scelta fra questi due metodi per fare la legge. Innanzitutto la grandissima maggioranza dei nostri concittadini non ha né sufficiente istruzione né sufficiente tempo libero per desiderare occuparsi direttamente delle leggi che devono governare la Francia; la loro opinione è dunque di nominare dei rappresentanti; e poiché si tratta dell'opinione della maggioranza, gl i uomini illuminati devono sottomettervisi come gl i altri; quando una società è costituita, si sa che l'opinione della maggioranza fa da legge per tutti. Questo ragionamento, che è sensato per i comuni più piccoli, diventa irresistibile quando si consideri che q'ui si tratta delle leggi che devono governare ventisei milioni di uomini. E' incontestabile che i deputati sono nella Assemblea nazionale, non per rendere noti i desideri già formulati dai loro committenti di - 22. Ediz. del 1978, tomo I , libro I I , cap. V (le traduzioni, salvo indicazione contraria, sono di chi scrive). Biblioteca Gino Bianco

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