Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

77 individualismo, quella che è alla basedel collettivonazionale l ' u n i - tà politica, che liquida al tempo stesso la rappresentanza organica cetuale di antico regime e l'individualismo atomistico della sovranità •popolare, per cui i cittadini uti singuli sarebbero frammenti, parcelle del sovrano. Nella critica al mandato imperativo Sieyès attacca insieme le due concezioni della rappresentanza atomistica e di quella cetuale.Seguendo su questo puntoRousseau egli sostiene che ogni rappresentanza di gruppo o ceto implica, oltre che un «inaccettabile privilegio», un attacco a quella unità politica che deveessere la base elo scopostessodella costituzione (di qui la critica ed il rifiuto dei partiti politici assimilati a «fazioni»). La politica, poi, nei confronti delmandato atomistico ruota intorno all'affermazione che il rappresentanteeletto rappresentanon i suoi elettori, ma la nazione tutta intera (come sosteneva, per altro, la tradizione costituzionale inglese), la«nazione», cioè i cittadini — edanche qui Sieyès si serve di Rousseauper rovesciarne le conseguenzepolitiche, per quanto riguarda la dottrina della sovranità. Ma checosabisogna intendere con il termine «citoyen»? Sieyèsrisponde: «Il diritto di farsi rappresentare appartiene ai cittadini solo in relazione alle qualità chesono loro comuni e non in relazione a quelle che li differenziano. I vantaggi [o gli svantaggi] in base ai quali i cittadini differiscono, sono al di là del caratterestesso [della natural di cittadino. Gli interessi grazie ai quali sirassomigliano, sonodunque i soli in virtù dei quali essi possono reclamaredei diritti politici, cioè una parte attiva alla formazione della legge della società, i soli cheassegnano al cittadino la qualità di rappresentabile» (19). Marx scriverà nella «Questione ebraica» che il cittadino è il soggettopolitico in quanto uomo artificiale astratto, personamorale allegorica separata dall'uomo in quantomembro della«buergerlicheGesellschaft» fornito delle sue determinazioni concrete (20); il cittadino è, per parlare con Kant, il soggettonon empirico (21). Si tratta, come è statosostenuto da alcuni, dell'altra faccia 19. Citato da Carré, op. cit., p. 240-41 (Che cos'è i l terzo stato, cap. VI ) . Sul tema dell'uguaglianza vale la pena di riferire un'acuta osservazione di G. Radbruch, Rechtsphilosophie, 1950 ( I V ed.), p. 126: «Uguaglianza e sempre soltanto l'astrazione di una specifica disuguaglianza da un determinato punto di vista». 20. Citato da E . Fraenkel, «Die repraesentative und die plebiszitaere Komponente in demokratischen Verfassungsstaat» (1964), in Zur Theorie und Geschichte der Repraesentation und Repraesentativverfassung, a cura di H. Rausch, Darmstadt 1968, p. 359. 21. E. Kant, Scritti politici, Torino, 1965, P. 500. Biblioteca Gino Bianco

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