Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

76 Essaè fondata sull'idea di un'assemblea di delegati che hanno i l compito di preparare le leggi senza però i i potere sovrano di approvarle, cioè metterle in vigore, limitandosi semplicemente a sottoporre ciascuna di esse di volta in volta all'approvazione o al rifiuto del popolo attraverso i l meccanismo del referendum (prospettiva questa, sia detto in parentesi, che diventa oggi quella, come si dice, della democrazia elettronica, sulle cui ambiguità e pericoli ha messo in guardia recentemente in alcuni suoi interventi S. Rodotà, poiché sappiamo che il popolo può rispondere solo con un «sì» e con un «no» e che tutto dipende dal contenuto e dal modo in cui la domanda viene formulata). Va detto peraltro che istituti come i l referendum — almeno in alcune delle sue forme — e l'iniziativa popolare sono previsti dalla Costituzione Italiana in vigore, la quale, come ha mostrato bene Crisafulli, in un suo studio classico sulla sovranità popolare (18) potrebbe essereconsiderata una costituzione mista a metà strada fra i l sistema rappresentativo ed elementi di democrazia diretta. 3. Queste posizioni appena esaminate uscirono sconfitte dal dibattito dell'Assemblea Nazionale, da cui doveva emergere, invece, una posizione in fin dei conti anti-rousseauiana che si può leggere in continuità con quella hobbesiana della sovranità della rappresentanza. Se Hobbes, infatti, aveva affermato che non esiste i l popolo senza i l sovrano e Rousseau che se la sovranità è rappresentativa il popolo viene dissolto (Cfr. Contratto Sociale, 1. I I , cap. 1: «Se dunque i l popolo promette solo di obbedire, esso in virtù di questo stesso atto si dissolve, e perde la sua qualità di popolo. [...] allora il corpo politico è distrutto.»); Sieyès cercherà a sua volta di mostrare che se i l popolo vuol essere sovrano deve lasciar decidere della sua volontà ad un'assemblea legislativa e questo, lo vedremo subito, non per ragioni tecniche, che renderebbero impraticabile la democrazia diretta, ma in base ad un'analisi sociologica della realtà che lo spinge a presentare i l governo rappresentativo non tanto come un ripiego, faute de mieu, ma come la migliore forma di governo possibile, o comunque la più adeguata alla realtà sociale della Francia. I cardini del ragionamento di Sieyès sono la critica del mandato imperativo, i l concetto di sovranità nazionale e l'idea dell'uguaglianza dei cittadini. I l tutto articolato intorno ad una singolare forma di 18. «La sovranità popolare nel la Costituzione italiana (Note preliminari)» in Scr i t t i giuridici i n memoria d i V.E. Orlando, vol. I , Padova 1957, pp. 408-463; ma cfr. anche G . Amato, «La sovranità popolare nell'ordinamento italiano», in Rivista trimestrale d i Di r i t to Pubblico, 12, 1962, pp. 74-103. Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==