Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

75 Schematicamente si può presentare i l problema in questi termini: i l gruppo che condusse l'Assemblea alla costituzione del '91, che nel mio discorso sarà impersonato dalla figura dell'abate Sieyès, aveva da condurre una polemica su un duplice fronte: da un lato, attaccare e far cadere i l sistema per ordini o ceti, riattivato dalla convocazione stessa degli Stati Generali, dall'altro, sbarrare l a strada alle teorie rousseauiste della democrazia diretta, che escludevano in ultima analisi i l concetto stesso della rappresentanza. 1 sostenitori della sovranità popolare in senso stretto, posti di fronte alla domanda: come si esprime la volontà del popolo, qual è i l suo contenuto, dal momento che non è pensabile per ragioni tecniche una decisione presa a maggioranza da 26 milioni di francesi, questi, dunque, avevano formulato due ipotesi di governo democratico, che chiamerò con R. Redslob, autore d i n o studio classico sulle teorie dello Stato dell'Assemblée Nationale (17), la rappresentanza atomistica ed i l sistema semi-rappresentativo o del referendum obbligatorio. La prima posizione, sostenuta ad esempio da Rabaud de Saint-Etienne, assumendo che i l potere legislativo non può essere affidato dal popolo a nessun altri che a se stesso, immagina l'assemblea legislativa come un corpo di ambasciatori che hanno ricevuto ciascuno dal popolo, suddiviso in distretti, un mandato imperativo, cioè delle indicazioni precise e tassative che sarà loro unico compito manifestare in seno all'Assemblea, la cui sola funzione sarà quella di prendere atto della volontà della maggioranza degli ambasciatori, senza potere essa stessa deliberare. Mirabeau ha espresso la stessa idea con un'immagine divenuta in seguito celebre dicendo che l'assemblea è una sorta d i carta i n scala della nazione, la quale «deve sempre avere le medesime proporzioni dell'originale». Parafrasando Borges, si potrebbe parlare qui di rappresentanza politica come geografia o cartografia, quell'attività alla quale ci si rassegna nel momento in cui ci si rende conto che non possibile stendere una carta dell'impero che abbia le medesime dimensioni dell'impero. Osserviamo soltanto che questa concezione mantiene ferma l'idea della rappresentanza come mandato e che essa soggiace in larga parte al modello del sistema elettorale proporzionale per opposizione a quello maggioritario. . L ' a l t r a concezione che è possibile derivare dal Contratto Sociale di Rousseau è quella che ho chiamato del referendum obbligatorio. 17. Di e Staatstheorien der franzoesischen Nationalversammlung von 1789, Leipzig 1912, cfr. in particolare i l cap. V pp. 105-130; per una bibliografia aggiornata su questo tema si veda P. Violante, Lo spazio della rappresentanza ( I . Francia, 1788-'89), Palermo 1981, pp. 197-204. Biblioteca Gino Bianco

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