Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

66 di volontari devoti. Oggi posso richiamare quella concezione d i una società futura, e posso citare l'esempio della Russia, dell'Italia, della Cina (e d i molte altre realtà i n movimento) per sostanziare quella ipotesi. Ho parlato dell'impegno dei giovani nei due movimenti che ho citato, ma non sono soltanto i giovani a voler dare un senso alla propria vita dispersa in nome di grandi obiettivi e d i grandi ideali complessivi. A qualsiasi età ci si sente insicuri e si prova dolore per la propria incapacità e la propria mancanza di direttive. La ricerca di una meta soddisfacente finisce soltanto con la nostra vita. I n breve, noi disponiamo dei t ipi umani dotati dell'energia morale necessaria per dar origine a un simile movimento, anche se ancora in stato embrionale e confuso. Stiamo raccogliendo le idee creative e accumulando la spinta per qualcosa del genere. Abbiamo già pronto i l manifesto di cui abbiamo bisogno. Che cosa può impedire una grande spinta politico-religiosa verso l'unità mondiale e l 'unità sociale che possa attrarre, in ogni paese del mondo, la minoranza attiva e avventurosa dell'umanità — come a dire, tutta l'umanità che conta — anche molto, ma molto presto? E' questa l'essenza d i quanto m'ero ripromesso d i sottoporvi stasera. E' questo ciò che intendevo dicendo che l'età della democrazia come liberazione è giunta alla fine, e che siamo agli albori della fase della Sintesi Democratica, una grande fase, caratterizzata da un fervore quasi religioso. Se voi vorrete collegare questo concetto a l cristianesimo, all'islam, al buddismo, a qualsiasi religione democraticaesistente, o al comunismo, questo sostituto di una religione, nulla di quanto ho detto stasera ve lo impedirà. E se la diagnosi è corretta, allora, di necessità, i l nuovo spirito della democrazia, che passa da una fase di frammentazione e d'irrilevanza a una fase di sintesi e di riferimento a delle idee direttive generali su scala mondiale, sarà manifesto in ogni forma d'espressione umana. Con i l tempo di cui dispongo, posso soltanto chiedermi se de, sta avvenendo. Nella vita politica esiste forse una tendenza diffusa tra le persone intelligenti a rifiutare i l ruolo passivo di elettore e a cercare d'esercitare un'influenza diretta sugli affari pubblici? Nel la vita intellettuale, c'è forse una tendenza sempre più forte a discutere problemi economici e sociali i n una dimensione planetaria? Esiste un incremento sensibile d i questo t ipo d i letteratura? Un interesse più vivo per problemi di questo genere? Se la mia tesi è giusta, i l romanzo e i l dramma dovrebbero essere in una fase d i cambiamento. Dovrebbero affrontare grandi problematiche, sviluppare un'attitudine quasi religiosa nei riguardi dei problemi del mondo, intesi come parte vivente della storia umana. I l romanzo non dovrebbe essere più Biblioteca Gino Bianco

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