Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

62 problema principale che ci sovrasta, che sovrasta la nostra razza, quello di realizzare una vera unità economica mondiale, di produrre unsistemamondiale di controlli agendo il meno alla cieca possibile, senzasacrificare milioni e milioni di uomini, intere generazioni, nei travagli di questa inevitabile ricostruzione. Come stabilire a livello mondiale un'unità politica che basti ad assicurare la pace; come stabilire un'unità politica che basti a impedire che i l commercio e l'industria diventino pure operazioni preliminari alla speculazione finanziaria; come stabilire un'unità politica che basti a controllare e orientare la distribuzione a livello planetario di materie prime, posti di lavoro e prodotti manifatturieri: è questo, in sintesi, i l compito che deve risolvere l'intelligenza umana. E non esistono governi, non esistono istituzioni al mondo in grado di affrontare questa triplice problematica, questa sfinge tricipite che ha atteso al varco l'umanità per porle i suoi quesiti. E' chiaro, ormai, perché i moderni governi democratici sembrino tutti inadeguati al compito. Che cosa si sta facendo, in proposito? Ci sono familiari, certo, vari progetti di riforma elettorale, alcuni dei quali, come quello sul referendum, hanno l'unico scopo di bloccare oparalizzare il governo. Altri progetti, come quello di dar vita a corpi rappresentativi più agili eletti da un'ampio elettorato mediante i l sistemaproporzionale e i l voto trasferibile, darebbero senza alcun dubbio origine ad assemblee più libere e vigorose, e contribuirebbero all'abolizione dei partiti politici e del peggior professionismo politico. Ma nessuna riforma elettorale può risanare radicalmente la democraziamoderna, i l cui problema di fondo è rappresentato dall'indifferenza, dall'ignoranza e dall'incapacità dell'uomo comune riguardo agli affari pubblici. Dobbiamo riconoscere, più semplicemente, che oggi si ammette comunemente che l'elettore medio non si cura un gran che del suo voto. Non lo mette in relazione con un'idea del mondo su larga scala, non lo usa per esprimere una volontà o una proposta relative alla condottagenerale delle cose. Ho già richiamato la vostra attenzione sul fatto che i l romanzo, la forma letteraria caratteristica della democraziamoderna, e il dramma moderno ignorano ogni idea politica oreligiosa generale. Da questo punto di vista, ritraggono con grande veridicità una realtà corrente. La commedia contemporanea e i l romanzo, finora, non hanno incarnato alcun nuovo concetto o alcuna nuovaproposta relativa alla vita umana nel suo complesso, e hanno semplicemente rappresentato la vita come in gran parte liberata dai concetti e dalle linee direttive precedenti. I nostri governi democratici dimostrano altrettanto chiaramente che l'avvento della democraBiblioteca Gino Bianco

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