Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

55 mento e appelli periodici all'elettorato per la definizione di un governoelettivo sempre sostituibile. Eppure, seicento anni fa una maniera del genere di trattare gli affari pubblici sarebbesembrata una follia. I l mondo di ieri nonconoscevaquesteprocedure. C'erano assemblee, ma non erano assemblee rappresentative. Le democrazie greche e la Roma repubblicana riunivano in assemblea tutti i loro cittadini. Paesi come la Francia e l'Inghilterra, che avevano un qualche tipo di parlamento, non lo consideravano un corpo governativo, econsideravano di secondo rango la componente eletta. E non so quanto tutti possanorendersi conto del significatoprofondo del fatto che le prassi politiche correnti e accettate dal mondo di oggi, che prevalgono dalla Cina al Perù, sarebbero state praticamente inconcepibili anche agli esseri umani di più alta intelligenza appena una dozzina di generazioni fa. Questo per l'aspetto politico. In letteratura lo spirito democraticoha trovato il suoveicolonaturale nel romanzo.Anche il romanzo statoqualcosa di nuovo e di caratteristico. L'umanità aveva sempreavuto la fiaba e il racconto di avventuremeravigliose — per lo piùavventure di re, principi e eroi — ma solo con l'avvento della democrazia la narrazione delle vicende di personecomuni, senza una posizione politica e senza una rilevanza sociale è assurta a dignità letteraria. Quando l'ascesa della democrazia era appena ai suoi inizi ci fu un grandemaestro, Cervantes, che nel suo Don Chisciotte si fecebeffe dell'aristocrazia, dei suoi privilegi, della futilità nascosta sotto gli orpelli della cavalleria, ponendo parole di saggezza sulla boccadi un clown e facendodisarcionare il suocavaliere in armatura dai mulini a vento chemacinano la farina per il pane dell'uomo comune.Quando la democraziamoderna raggiunse i l suo culmine, i l romanzoraggiunse il suo culmine. Le caratteristiche comuni di pressoché tutti i grandi romanzi del diciannovesimosecolo, e di quelli contemporanei, è quella di raccontare i casi di individui che esercitanocommerci, professioni e via dicendo e che non hanno alcuna funzione pubblica, o, se l'hanno, non ne sono caratterizzati in misura rilevante agli effetti della trama e del significato del romanzo. Acontare sono gli individui e le loro relazioni reciproche. Le grandi idéeche legano gli uomini tra loro nelle varie forme di vita collettiva nonsonoprese in vera considerazione. Le grandi idee religiose e politiche e i loro sviluppi, non vengonopresentati nel romanzo come qualcosa di vivo e vitale, che può essereoggetto di dibattito: i critici, anzi, sostengonoche per loro nel romanzonon c'è davveroposto. Pensiamo a Balzac, Dickens, Turgenev, Zola e altri rappresentanti di pari calibro di questa età ormai prossima alla fine. L'umanità cheessi Biblioteca Gino Bianco

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