Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

48 razioni. Almeno uno, ed è i l più importante, è comune a tutte. Le trattative e gli incontri col ministro De Michelis, e con gli altri membri del governo, sono andati avanti per qualche mese senza che, non dico i lavoratori ma addirittura gli attivisti, fossero tenuti minimamente al corrente. Per un sindacato come quello italiano la svolta rispetto al passato è stata troppo forte e, a mio parere giustamente, è stata rifiutata dai lavoratori. Non sono mai stato entusiasta del vecchio e tradizionale meccanismo delle consultazioni assembleari, ma a quella prassi non si sostituito nulla. La stessa Cgil ha tenuto pochissime riunioni dei propri militanti, e troppo tardi, e la proposta di un referendum è stata avanzata quando i giochi erano ormai fatti, e per di più è stata fatta in termini tali da essere facilmente criticabile. Va bene che le trattative sui temi della politica economica sono inevitabilmente centralizzate, ma quello che sto criticando non è la mancanza di partecipazione della base alle trattative — partecipazione secondo me quasi impossibile quando i problemi in discussione sono così complessi — ma la più banale informazione, almeno ai militanti. Eci sono stati errori di ogni singola confederazione. La Cgil si presentata ai negoziati senza avere una propria linea: è sempre stata tallonata dal governo e dalla Cisl e dalla Uil e ha cambiato tre o quattro volte posizione. Alcune sue proposte erano, se ho ben capito, francamente insostenibili. Penso in particolare a quella di recuperare, alla fine del 1984 o all'inizio del prossimo anno, i punti di contingenza che fossero stati congelati nell'anno in corso. Se ho capito bene, ripeto, de, vorrebbe dire, ad esempio, che i tre punti che non scatteranno nel 1984 saranno pagati a partire dal febbraio del 1985. Ma se questa era la proposta, ciò significa annunziare sin da adesso che i l costo del lavoro aumenterà, di almeno 20.400 lire (a tanto equivalgono tre punti di contingenza) ogni mese dal prossimo febbraio. In altri termini, ciò vuol dire che gl i imprenditori sono invitati ad aumentare i prezzi sin da oggi per far fronte a costi maggiori certi per i l futuro. Forse, l'atteggiamento ondivago della Cgil deriva dal fatto che un accordo proprio non lo voleva. Forse. Ma è certo che un tale comportamento l'ha indebolita nei confronti del governo e delle altre organizzazioni sindacali e, temo, rischia di indebolirla anche nei confronti di consistenti gruppi di lavoratori. La Cisl ha commesso, in un certo senso, l'errore opposto. Si è presentata a l tavolo delle trattative con l a decisa volontà d i fare l'accordo, non dico a qualsiasi costo ma certo pronta a pagare al t i prezzi, anche al proprio interno. 11 suo obiettivo, dichiarato, era quello di ripetere, in qualche modo, l'accordo del 22 gennaio e consolidare, in tal modo, un nuovo sistema di relazioni industriali che, in senso Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==