Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

43 nonvengonospessoreseesplicite le ipotesi e i modelli in base ai quali sieffettuano le previsioni. Tuttavia, sembra si vada profilando una certaconvergenza e sono in molti a sostenereche 1) il potere d'acquistomedio dei lavoratori dipendenti diminuirà nel 1984, 2) la riduzionesarebbestata più forte se non fossestata avviata quella che, forse unpo' troppo approssimativamente, vien definita politica dei redditi. Sonoqueste le previsioni dell'Isco e del Cer e a questeconclusioni mi pare arrivi anche Stefano Patriarca, dell'Ires-Cgil, in un suo articolo sull'Unità del 18 febbraio. Naturalmente, i l minor peggioramento subordinato al raggiungimento dell'obiettivo di ridurre l'inflazione al 10%, o giù di II, e, altrettanto naturalmente, esistononotevoli differenzesulle stime della riduzione delle retribuzioni reali e sugli effetti dellamanovra governativa. Sele cosestannocosì, è legittimo dubitare che la rottura tra le confederazioni derivi dal contenuto dei provvedimenti mentre è comprensibileche gruppi di lavoratori sianoscesispontaneamente in sciopero. Per spiegare il comportamento e la reazione dei lavoratori, e di certi gruppi in particolare, non c'èbisogno di invocare la longamanus del Pci ed è triste che una persona dalla formazione liberale, come Giovanni Ferrara, debba ricordare, ai socialisti e a tanti sindacalisti dellaCisl e della Uil, cose di buonsenso:«questa è una serie di scioperi tra i più sindacali tra quanti ve ne sono stati in Italia, e sindacali nel senso più classico. Sono, infatti, la reazione di lavoratori che sivedonoportar via un po' di soldi, e che temonochequesto sia solo l'inizio di unprocessoalla fine del quale si troverannoconancormeno soldi e minor potere» (La Repubblica 25 febbraio). E nonmi pare che aquei lavoratori chescioperanosipossaobiettareche la perditasarebbestatamaggioresenza quei provvedimenti. Le previsioni dei centri studi e di ricercavalgono, edebbonovalere, per i dirigenti sindacalima noncerto per i singoli lavoratori. Ne si può credere che i lavoratori «avrebberocapito» se i dirigenti sindacali, tutti i dirigenti, avessero spiegatocomestanno le cose. Non è questione di intelligenza ma di diversitànecessaria e strutturale di orizzonti temporali, entro i quali operare: breve quello del lavoratore e lungoquellodell'organizzazione, edei dirigenti. Le pagine scritte su tali argomenti si sprecano e sono bennote anche a chi, in circostanzecomequeste, le dimentica. A costodi esserebanale, vorrei ricordare che il lavoratore vive, nellamaggior parte dei casi,mese permese e che una delle pochecose di cui puòesser certo è che, a partire dal mese di febbraio, non entreranno nella sua busta paga 13.600 lire (lorde) ogni mese, almeno sino alla finedell'anno. I benefici che in futuro gli verranno, eventualmente, non sonoper ora quantificabili, mentre lo sono i costi e non può attendere Biblioteca Gino Bianco

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