Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

38 cattoliche che hanno deciso di aderire ad iniziative indette dall'esterno e/o hanno realizzato l'impegno per la pace con forme innovative di volontariato. Queste scelte hanno avuto notevoli ripercussioni nel mondocattolico, aprendo contraddizioni a catena. Anche in questa area gli orientamenti dell'azione hanno collimato solo in parte con le enunciazioni. Infatti se i valori continuamente ribaditi dai cattolici aproposito della pace sono la verità, l'amore, la fratellanza, i comportamenti ne hanno spessocontraddetto lo spirito. Alla fine di questa ricostruzione fondata sulle differenze, è opportuno ricordare che le due concezioni di pace emerse non sono in contrasto. Al contrario possonoessere viste come una l'estensione dell'altra. L'idea della pace «limitata» al politico non contraddice necessariamente la definizione tutta culturale della pace come stile di vita. Su questa base è stata possibile la convergenza anche se solo puntuale tra le varie aree mobilitate per la pace. Le differenze sono esistite e hanno continuamente condizionato l'azione. Non l'hanno però impedita in quanto le mobilitazioni si sono basate sull'adesione dell'individuo in quanto tale. In questo senso la campagna per la pace sembraconfermare più che il tramonto delle ideologie, la crisi di quelle storiche. Adifferenza degli anni '50 quando sembrava che l'esito scontato del processo di razionalizzazione fosse la fine delle ideologie, gli anni '80 mostrano che i l diffondersi della razionalità strumentale non ha rimosso i l bisogno individuale e collettivo di ricomporre l'esperienza sociale. Al contrario, gli attori più vicini ai processi culturali mostrano un bisognocrescente di ambiti autogestiti che consentano la reintegrazione del sé al di là della differenziazione dei ruoli edelle funzioni che si va diffondendo nelle società complesse (15). Queste enclaves non costituiscono gli avamposti per un rivoluzionamento dei rapporti sociali, ma piuttosto momenti di resistenza attiva alla manipolazione tecnocratica. Queste esperienze collettive che la 15.Questa tendenza si colloca nel processo più generale che vede le formecontemporanee di azione collettiva procedere a partire dai gruppi culturalmente centrali della società e non dagli «sradicati». Le conferme all'ipotesi che la mobilitazione avviene sulla base di una rete di precedenti relazioni provengono da una bibliografia ormai consistente: F. Alberoni, Statu Nascenti, 1 Mulino, Bologna, 1968; Id. , Movimento e istituzione, 11 Mulino, Bologna, 1977; Id., Movimento e istituzione. Teoria generale, 11 Mulino, Bologna, 1981; 1.V. Down ton, Rebel Leadership. Commitment and Charisma i n the RevolutionaryProcess, Free Press, New York, 1973; A. Oberschall, Social Conflict and Social Movements, Prentice Hall, Englewood Cliffs (N.1.), 1973; A . Pizzorno (a cura di), Lotte operaie e sindacato i n Ital ia (1968-1972), 11 Mulino, Bologna, 1974. Biblioteca Gino Bianco

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