Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

37 si sono posti come sintesi tra azione politica tradizionale e azione esterna al sistema istituzionale. In questosenso, i Comitati per la pace hanno sperimentato forme di organizzazione politica in cui il bisogno di integrazione ideologica è relativo e gli orientamenti d'azione sono elaborati in modo diffuso e puntuale. Le immagini e le strategie prodotte dai Cpp sono risultate dei collages di prese di posizione in origine anche molto eterogenee che si sono sommate in relazione a scadenze precise. La loro centralità nello schema dipende sia dalla natura ibrida del funzionamento sia dalla natura composita delle rappresentazioni ideologiche. Al di là dei contenuti, i l loro significato ultimo rimanda all'idea del pluralismo e della sperimentazione. Tuttavia queste prerogative sono spesso entrate in contrasto con l'aspirazione latente a una maggiore strutturazione organizzativa e programmatica. In certe fasi ciò ha comportato un irrigidimento nelle modalità di funzionamento e una emarginazione delle componenti più eterodosse o meno disponibili a progetti elaborati e gestiti dall'alto. In questo andamento contraddittorio sono stati coinvolti i gruppi nonviolenti che hanno realizzato un rapporto a volte conflittuale con i Cpp. Per i nonviolenti «puri» la pace è una questione anzitutto di coerenza individuale. L'azione per affermarla deve riguardare in primo luogo la trasformazione delle coscienze anche se, diffondendosi nel sociale, questi mutamenti molecolari sono destinati a trovare uno sboccocollettivo. Da qui l'enfasi posta sull'azione esemplare che ha inevitabilmente portato a forme d i protagonismo. Inoltre l a loro rigidità ideologica è risultata poco funzionale alla fluidità richiesta per agire collettivamente nelle società complesse. La scelta dell'esemplarità colloca i gruppi nonviolenti interamente sul versante delrazione diretta, nel punto di massima vicinanza alla concezione della pacecome stile di vita. La rappresentazione della pace come valore assoluto di carattere etico-morale stabilisce una certa continuità con l'area dell'associazionismo cattolico. A differenza delle componenti nonviolente, queste collocano l'azione per la pace in un ambito prettamente istituzionale e ne privilegiano la dimensione pre-politica. Rispetto allo schema, ciò pone le organizzazioni cattoliche che in cjualche modo si sono mobilitate per la pace, nel quadrante definito dall'azione istituzionale e dal pacifismo culturale. L'immagine del credente come parte della comunità ecclesiale ha precluso lo spazio per il gesto esemplare a favore della testimonianza di fede, presupponendo inoltre un'azione collettiva tutta interna alle strutture organizzate della Chiesa. Aqueste direttive si sono in parte sottratte quelle componenti Biblioteca Gino Bianco

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