Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

33 tegie coerenti alla perdita di centralità propria delle società avanzate. Vanificato nel corso degli anni '60 i l tentativo di applicare i paradigmi ottocenteschi d i rivoluzione sociale a l tardo-capitalismo, l e mobilitazioni degli anni '70 hanno mostrato il ricorso a strategie diverse in risposta alle nuove condizioni del funzionamento sociale. Preso atto dell'impossibilità di ruoli egemoni in società che si reggono sulla frammentazione degli interessi, questi attori hanno rivendicato il diritto al separatismo invece che il potere; sono intervenuti sul concetto classico di razionalità rifiutando i l ruolo modernizzante tradizionalmente svolto dalle élite intellettuali; viste ridimensionate le possibilità di un mutamento complessivo, hanno scelto di resistere all'omologazione partendo dal sé e dal quotidiano. Ribaltando la prospettiva ideologica del decennio precedente, hanno enfatizzato il particolarismo degli interessi invece di occultarlo, scegliendo di usare la diversità come risorsa. Rinunciando a obiettivi universalistici, hanno esplicitato, incorporandola, la frantumazione del conflitto operata dalla complessità sociale. Lacampagna per la pace sconta in modo evidente questo allentamento di referenti ideologico-strategici consolidati. Tuttavia esprime una tendenza destinata a segnare a lungo le azioni collettive che si determinano in forma di movimento e i suoi attori sono forse gli iniziatori di una nuova fase di mobilitazione. In questo senso, il neopacifismo degli anni '80 si riconferma come sintesi delle due fasi precedenti: gli anni '60 e i '70. L'adesione alla campagna per la pace avviene su obiettivi universalistici al di fuori però di letture totalizzanti della realtà. Ciò significa la rinuncia a esasperare gli interessi settoriali in funzione strategica come era avvenuto negli anni '70. La partecipazione però è individuale e revocabile a conferma del rifiuto a collocare l'azione in progetti cpmplessivi e di lungo periodo come nei '60. Coniugando universalismo e specificità, la campagna per la pace haespresso una presa di distanza (più che uno scontro) da un sistema politico sempre più selettivo e professionalizzato. Ha dunque affermato l'esistenza di interessi che gli apparati sistemici non sono in grado di ricomprendere nella loro essenza senza tuttavia prefigurare unprogetto di società da condividere in tune le sue parti ma rivolgendosi piuttosto a istanze profondamente compenetrate nella natura umana come l'istinto di sopravvivenza. Al di là del politico e dell'economico, la pace appare come nuova frontiera per un'azione che rimane collettiva ma riguarda sempre più da vicino l'individuo. Potendo contare su un'adesione spontanea, gli attori del neo-pacifismo si sono collocati oltre gli esiti strumentali dell'azione. Politicamente deboli nel confronto con un sistema poliBiblioteca Gino Bianco

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