Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

34 ticosempre più incline all'autolegittimazione, hanno spostato l'attenzione sul valore profetico della loro azione. Rivendicando la saggezza possibile solo per l'uomo in quanto tale, hanno contrapposto il «buon senso»dell'opinione pubblica alle scelte «in-sensate» della classe politica e militare. Da qui la forte valorizzazione della dimensione simbolica dell'azione, unica strategia per trasformare la debolezza politica in forza di convincimento. La paura suscitata dall'immagine della morte atomica, disumana in quanto evento uguale per tutti, si è trasformata in sfida simbolica nel momento della sua teatralizzazione. Lacampagna per la pace ha dunque riguardato anzitutto la cultura delle società contemporanee. Con i suoi fini relativamente focalizzati sul sistema politico, si è rivolta i n particolare all'essenza dell'umano. Invece di segnare traguardi utopici di un progresso futuro, ha segnalato l'esistenza di un equilibrio vitale da tutelare nel presente. Dando significato alle differenze che sempre permangono nei comportamenti collettivi, ha enucleato i l senso diffuso di una alterità indifferenziata nia radicale che si oppone a l «non-senso» delle scelte di riarmo atomico. II disincanto ha chiaramente condizionato l'elaborazione di queste immagini e di queste strategie. Indifferenti alla prefigurazione di un nuovo programma di società di portata generale, gli attori si sonomobilitati per la pace avendo come referente primario identità già realizzate. Al contrario delle fasi precedenti, non è emerso lo stereotipo del militante più o meno autentico. La partecipazione avvenuta in forma di militanza plurima. Le appartenenze precedenti (di organizzazione, di gruppo, di fede ecc.) hanno orientato l'adesione, funzionando da entroterra ideologico dell'azione per la pace. Gli orientamenti d'azione e le rappresentazioni ideologiche emersedalle aree che storicamente si sono mobilitate per la pace sono espressegraficamente dalla fig. 1. Essa pone queste aree su un dupliceasse: quello dei fini e quello dei mezzi. L'asse dei fini è definito aun vertice dalle componenti che hanno attribuito alla pace un valoreessenzialmente, anche se non esclusivamente, politico. Al vertice opposto si collocano le componenti che hanno vissuto la pace soprattutto come esperienza individuale, da realizzare nella coerenza dei comportamenti quotidiani e delle scelte private. L'asse dei mezzi definito a un vertice dalle componenti che hanno inteso la campagna per la pace come azione da praticare al di fuori delle strutture istituzionali di qualunque tipo: essendo l'individuo i l referente primario dell'azione, questi attori hanno inteso valorizzare l'esemplarità dell'atto individuale o di piccolo gruppo. Al vertice opposto troBiblioteca Gino Bianco

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