Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

27 si rapportano alle strutture del sistema politico. La natura sempre piùaccidentata delle mobilitazioni costringe a maggior realismo e spregiudicatezza che in passato. La posta in gioco ora diventa l'utilizzo delle facilitazioni consentite dal sistema politicomantenendo la propria autonomia. Nei confronti delle organizzazioni interne alle aree di movimento e di quelle esternema non ostili, l'obiettivo e di assicurarsi le risorse istituzionali che in qualchemodopossonosostenere la mobilitazione instaurando però un rapporto a distanza e a termine. Nel caso della campagna per la pace, questa strategia ha comportato la delega a organizzazioni quali Pci-Pdup-Dp, sindacati, Ach, Arci ecc. della fornitura degli strumenti di base per sostenere la mobilitazione soprattutto nella fase della visibilità e dell'iniziativa di massa.Agire collettivamente nelle societàcomplessepresenta costi crescenti in particolare per attori poco strutturati come quelli mobilitati per la pace. Ciò ha favorito la scelta di scaricare questi costi sullestrutture in grado di sostenerli. Questa scelta non ha comportatoriconoscerne la legittimità in sensoassolutoma solo una legittimità limitata al tempo e all'apporto che tali strutture hanno riservato all'azione per la pace. Si delinea dunque una specie di divisione dei compiti: le componenti istituzionali hanno fornito le risorse primarie di organizzazione (sedi, fondi, canali di comunicazione,accesso ai media, ecc.); lecomponentimeno formalizzate hannogestito la reticolarità diffusa dellesingole aree. Alla articolazione degli attori coinvolti nell'azione per la pace hadunque corrisposto una strategia organizzativa altrettanto articolata. Alla complessità interna si è risposto con soluzioni altrettanto complesseverso l'esterno. Dove e quando è statopossibile si è procedutosecondomodalità spontanee e informali. Dove e quando necessario si è ricorso all'apporto delle istituzioni. Tale strategia è risultata funzionale al carattere di fondo di questemobilitazioni. Alternando visibilità e latenza, i loro attori hanno espressobisogni diversi in fasi diverse. Nel momentodell'azione visibile è stato indispensabile il sostegnodelle componenti istituzionali. NéIle fasi di latenza ogni nucleo si è centrato in particolare su di sé, capitalizzando al massimo le risorse interne di riflessione e di scambioemotivo. Il modello di organizzazione che emerge da questa esperienza prevedequindi l'interazione funzionale tra una struttura formalizzatapreesistente e la reticolarità spontanea diffusa sul territorio. I l coordinamentodei due livelli è assicurato da organismi ad hoc (nelBiblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==