Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

21 Gli anni '70 hanno vanificato tale progetto. Dall'interno della NuovaSinistra proprio le donne dei gruppi extraparlamentari hanno cominciato a denunciare l'inattualità (oltre al sessismo) di moduli organizzativi chiaramente datati. Esito del processo di modernizzazione in corso, i l femminismo radicale dei primi anni '70 si è subito presentatocome «altro» rispetto alle forme e ai contenuti della tradizionalemilitanza politica. In seguito i giovani del '77 ne hanno sancito i l definitivo abbandono rendendo esplicita l'impossibilità di conciliare gli effetti della complessità sociale con la rigidità di tali modelli di organizzazione. Gli anni '80 sembranooperare una sintesi di queste due fasi e delle forme di azione sottostanti. Collocandosi tra condizione e convinzione, le mobilitazioni che li percorrono combinanoinsieme particolarismo e generalità, dando vita a moduli organizzativi peculiari. Lacontraddizione latente tra diffusione e labilità è stata risolta con la creazione di strutture organizzative ad hoc. 1 Comitati per la pacehanno infatti aggregato sulla base di opzioni facilmente condivisibili per cui da un lato gli attori coinvolti si sono in breve moltiplicati, dall'altro sono in genere confluiti sulla base di identità già realizzate e potendo quindi contare su strutture organizzative preesistenti. A livello funzionale ciò ha significato i l procedere per obiettivi a termine, il ricambio veloce delle presenze, la morte e la rinascita accelerata delle strutture di movimento, la possibilità di entrata e di uscita continua del singolo. Questofunzionamento è stato reso possibile dal recupero di modelli di organizzazioneapparentemente «arcaici». La rispondenza di forme pre-moderne ai conflitti del tardo-capitalismo era già stata evidenziata da alcune analisi del ciclo di protesta che aveva interessato l'America degli anni '60. Al contrario dell'esperienza europea dove l'insorgere dei conflitti post-industriali e statomaggiormente condizionatodalle forme storiche di azione collettiva, la vicendaamericana ha subitomostrato la funzionalità di moduli apparentemente primitivi alla natura dei conflitti emergenti (6). 6. Gerlach ad es. segnala la continuità (oltre che le differenze) tra i sistemi organizzativi adottati dai gruppi del black power, dell'«ecologia partecipativa», del rinnovamento carismatico e quelli di alcune società tribali fondate sui sistemi di parentela. La loro capacità di coordinare coesione e osmosi e la stessa riscontrata nelle strutture di movimento analizzate da Gerlach, cui egli attribuisce un tipo di organizzazione segmentata, reticolare e police/ala. Cfr. L.P. Gerlach, La struttura dei nuovi movimenti di rivolta, in A. Melucci (a cura di), Movimenti di rivolta, Etas Libri, Milano, 1976. Più diffusamente: Biblioteca Gino Bianco

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