Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

19 tradizionali strategie politiche e alle categorie analitiche consolidate prefigura l'emergere di un nuovo spazio sociale all'incrocio dei meccanismi fondamentali che regolano le società complesse. Ancora senza nome, questo spazio travalica gl i ambiti definiti dalla divisione del lavoro, dalle norme del sistema politico, dai valori culturali che conformano i ruoli sociali. In ognuno trova occasioni puntuali per manifestarsi senza esaurire in nessuno la propria valenza (3). Oltre alla radicalitä delle trasformazioni subite dalla società di massa, i l passaggio dagli anni '70 agli '80 mostra dunque la rapidità con cui forme e contenuti dell'azione collettiva extraistituzionale vi si sono adattati. Lo scenario che si va delineando è quello di sistemi sociali sempre più differenziati, in cui l'innovazione è sempre più rapida e i l potere sempre più diffuso. Per gli attori del cambiamento ciò significa una crescente difficoltà a identificare avversari definitivi eben delineati in quanto le appartenenze si confondono, gl i interessi si segmentano, marginalità e centralità si ridefiniscono (4). L'adesione di massa alla campagna per la pace è la risposta coerente a tali contraddizioni. Nella genericità delle sue formulazioni ha permesso ai gruppi e agli individui di semplificare i l reale potendo distinguere tra «amico» e «nemico» a partire da esperienze ravvicinate ma diverse per ogni componente. Di nuovo particolarismo e universalismo si confondono. I fini tornano a essere generali a fronte della settorialitä affermata dalle mobilitazioni degli anni '70. Tuttavia sono praticati a partire da appartenenze specifiche già realizzate in ambiti preesistenti. La pace dunque come in posta gioco con un forte potere evocativo, non definita ma solo orientata dalla collocazione strutturale dell'attore, rispondente alle opzioni culturali che egli compie come individuo. Strutture di organizzazione L'ipotesi che le mobilitazioni per la pace degli anni '80 costituiscano un sintomo importante dei cambiamenti in atto nelle forme contemporanee di azione collettiva è confermata dalla originalità dei modelli organizzativi adottati. Questi modelli risultano chiaramente 3. Questa ipotesi è delineata i n maniera più approfondita in GrazioliLodi, La mobilitazione collettiva, in Melucci (a cura di), Al t r i codici, cit. 4. Per la ridefinizione delle categorie di centralità e di marginalità con riferimento particolare al caso italiano: M. Paci, La struttura sociale italiana, II Mulino, Bologna, 1982. Biblioteca Gino Bianco

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