Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

18 bilitazioni di massa; solo l'individuo in quanto tale sembra oggi disponibile a pagare i costi dell'azione collettiva (2). Molti osservatori hannodedottoche l'adesione alle mobilitazioni per la pace ha rappresentatouna forma regressiva di comportamento sociale. Paura, difesa del particolare, revanscismo europeista, etnocentrismoecc.: tutte queste istanze sono indubbiamente presenti nel neo-pacifismodegli anni '80. Esse tuttavia, oltre a riguardare solo unaparte dellemotivazioni che hanno spinto gli attori a mobilitarsi, riflettonoprocessi più generali in corso nelle societàcomplesse. Questiprocessi di trasformazione interessano infatti anche i rapporti tra tradizione e contemporaneità. Le forme dell'arcaico sonosempre più ricorrenti nell'esperienza quotidiana essendo l'azione modernizzante semprepiù interessata a recuperarle. Alla dissociazione dell'individuo eall'anomia della società provocate dall'avanzamento della complessitàsociale, i sistemi contemporanei rispondono rimettendo in circolazioneappartenenze e modelli di identificazione mediati dalla tradizione. Questa attualizzazione del passato favorisce la reintegrazionedell'individuo e la sopravvivenza delle solidarietà di gruppo afronte della crescente frantumazione dell'esperienza individuale collettiva. Questasorta di escamotage adottato dal sistema si è trasferito ancheall'ambito del conflitto sociale. I suoi attori hanno in breve riscoperto la funzionalità delle appartenenze primarie e delle forme «arcaiche» (come i l piccolo gruppo) alla natura dei conflitti tardocapitalistici. Tale recupero avviene però sullo sfondo della realtà tecnologicamenteavanzata dei sistemi complessi. Ciò è sufficiente permutarne il segno e attribuire loro caratteri della post-modernità. Lemobilitazioni per la pacepiuttosto che ripetizione di rituali svuotati di senso,costituisconoallora la risposta collettiva alle nuovemodalità del controllo sociale. La riconversione dell'arcaico si presta così a diventare da strategia istituzionale una delle possibilità per praticare il conflitto sociale in condizioni moltomutate anche rispetto al passato più prossimo. Questetendenze prospettano l'ipotesi di uno spazio d'azione collettiva in costituzione. L'insorgere di conflitti che sfuggono alle 2. 11 confluire sempre problematico delle aspettative del singolo nelle strategie del gruppo e discusso in un testo ormai classico: M. Olson, Logica dell'azione collettiva, Feltrinelli, Milano, 1983. Per un bilancio critico di alcuni interventi seguiti alla pubblicazione d i questo libro, uscito i n edizione originale nel 1965: G. Lodi, «Interessi individuali e collettivi nella mobilitazione: alcuni contributi recenti», in Quaderni d i Sociologia, XXX I X , n. 1 , 1980-81. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==