Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

17 dimensione del sociale difficilmente gestibile (oltre che interpretabile) con le categorie politiche e analitiche consolidate. In quanto sintesi efficace di universalismo e particolarismo, la campagna per la pace degli anni '80 ha funzionato da catalizzatore di queste correnti sotterranee. A sua volta ha aggiunto qualcosa di suo a questa «carta dei diritti post-politici» in costituzione. A livello più generale, ha rivendicato i l diritto alla pace non solo come r i - chiesta di disarmo e di assenza di guerra ma come volontà diffusa di intervenire direttamente sulle scelte fondamentali della società. A livello più particolare, ha prospettato l'obiezione di coscienza generalizzata, i l referendum popolare come espressione d i democrazia diretta, la protezione civile invece della difesa militare. Un altro problema emerge dalla campagna per la pace: come giustificare i l fatto che gli attori si sono mobilitati collettivamente in una fase di crescente atomizzazione degli interessi e delle ideologie. Per certi aspetti le mobilitazioni per la pace possono richiamare i fenomeni del millenarismo e l'immagine delle società integrate e sacralizzate della pre-modernità piuttosto che quella disarticolata e desacralizzata delle società complesse. Tuttavia proprio la natura frammentata e deideologizzata dei sistemi sociali contemporanei spiega i l ricorso a queste forme di azione. Esse costituiscono la risposta collettiva non solo ai nuovi rischi di un conflitto atomico, ma anche ai processi dissociativi indotti dalla complessità sociale. I l moltiplicarsi dei ruoli e delle funzioni, degli interessi e delle identità tipico delle società di massa, aumenta i l bisogno sociale di reintegrazione dell'esperienza. Peraltro, se la collocazione nel processo produttivo risulta insufficiente a strutturare identità certe e durature, tornano a svolgere un ruolo fondante le appartenenze di tipo primario come quelle di sesso, di età, di territorio, di razza, di etnia. Questi processi collettivi tipici degli anni '60 e '70, si completano oggi nel momento in cui appartenenze specifiche non ostacolano i l mobilitarsi per obiettivi universalistici. Esaurita la fase in cui la diversità funzionava da risorsa, la pace induce a mobilitarsi in quanto obiettivo generale che consente di mantenere e di riaffermare la propria specificità. • L a campagna per la pace dunque come commistione di particolare e di universale, carattere che ne determina tutta la forza ma anche tutta la debolezza. La forza dipende dall'estensione che mobilitazioni d i questo tipo realizzano traversando orizzontalmente ogni spazio del sociale. La debolezza dipende dalla loro relativa capacità di aggregare in senso forte. In conclusione: solo l'abbinamento d i obiettivi universalistici e di appartenenze differenziate sembra oggi in grado di suscitare moBiblioteca Gino Bianco

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