Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

16 La campagna per la pace ha mutato i n parte tale prospettiva. La mobilitazione è ripresa attestandosi su dimensioni inusitate anche per l'esperienza italiana. Tuttavia, al d i là del facile ottimismo che tale inversione di tendenza può suscitare, va sottolineato che i l segno di questa ripresa è molto diverso da quello di fasi precedenti. L'azione non si struttura infatti sulla condizione di classe, di sesso o di età degli attori coinvolti; inoltre non avviene in funzione di una trasformazione sociale i n senso forte. Piuttosto procede a partire da una convinzione che unifica gl i individui in base a un'opzione di natura etico-culturale al d i l à dei ruol i che occupano nel sistema sociale. L'aggregazione non si basa quindi su un progetto globale e di lungo periodo ma su obiettivi puntuali e strategie limitate nel tempo. Consumate l e grandi narrazioni prefigurate dal lo sviluppo capitalistico edalle sue contraddizioni, le mobilitazioni per la pace sanciscono la fine delle attese utopiche legate al conflitto industriale (1). Gli anni '80 assistono dunque a una profonda ristrutturazione delle forme di azione collettiva che non va necessariamente vista i n una prospettiva evolutiva. Se oggi nessun attore è in grado di esercitare egemonia, possono coesistere modelli d i azione diversi e concomitanti. i n un contesto di continua moltiplicazione dei generi, é l a natura dei fini a determinare le modalità di azione. Le forme classiche d i mobilitazione continuano a funzionare per obiettivi a forte contenuto strumentale. Le forme emergenti riguardano obiettivi d i tipo più allusivo e di non facile traducibilità in domande di significato immediatamente politico. Dopo quella dei diri tt i politici affermati dalle rivoluzioni borghesi e quella dei di r i t t i economico-sindacali affermati dal conflitto industriale, una terza generazione d i di r i t t i s i va delineando all'orizzonte delle società complesse. Gl i ambiti che la esprimono sono eterogenei e disparati: l a gestione del tempo e dello spazio, la qualità della vita, l a difesa dell'ambiente, l e sfere dell'identità ma anche istanze più strutturate come i «diritti dei consumatori», i «diritti del malato», i l Tribunale della libertà ecc. Alla pluralizzazione della società civile corrisponde dunque l a proliferazione dei conflitti e delle modalità per esprimerli e praticarli. Questo collage di istanze e interessi rappresenta l o spettro d i una 1. Ciò non significa la fine tout court del conflitto industriale. Come tale continua a sussistere ma riguarda sempre più da vicino la dimensione rivendicativa dei rapporti economici e d i potere interni alla fabbrica. Per una discussione del ruolo svolto rispettivamente dalla condizione e dalla convinzione nei processi collettivi cfr. M. Grazioli e G. Lodi, La mobilitazione collettiva negli anni '80: t ra condizione e convinzione, in A . Melucci ( a cura di), Altri codici. Aree d i movimento nella metropoli, 11 Mulino, Bologna, 1984. Biblioteca Gino Bianco

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