Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

ria) oltre alla presentazione delle più recenti e originali prospettive epistemologiche, analizzate attraverso le sintesi di alcuni celebri caposcuola, da Ch. Perelman, per quanto concerne l'argomentazione, a J. Topolski. Se i termini del rapporto tra storia e scienze sociali sembrano occupare una fetta crescente del dibattito metodologico, non menovigoroso e acceso è i l versante di discussione orientato invece sui caratteri dell'impianto espressivo della storia; gl i interrogativi sulla struttura del discorso storico incrociano infatti, con sempremaggior clamore, il piano della direzione della ricerca. Alla sprezzante tesi di Ph. Bagby, secondo cui la scrittura della storia quale è praticata finora, può configurarsi — lo menziona nel suo quadro introduttivo P. Ortoleva — come un'attività semirazionale paragonabile ai «canti dei bardi dei popoli sottosviluppati», fa eco il rifiuto intransigente di ogni «normalizzazione», di segno neo-positivistico, del tradizionale modello di argomentazione storica. Accanto al celebrato ritorno del racconto storico, annunciato in un famoso intervento su «Past and Present» da L. Stone, si situa, su una medesima lunghezza d'onda, la teoria avanzata da P. Veyne dell'assunto storico come mero «intreccio», sostrato «sublunare» esente da ogni astrazione deterministica (10). L'ostentata incompatibilità tra moduli conoscitivi apparentemente incongruenti è però stemperata dalla ricca diagnosi, presentata nel contributo di L. Canfora, per il quale la formula narrativa può essere invece «il punto d'approdo a partire dalle esperienze più divese». Così, lungo una deriva di analisi esplicitamente epistemologica, J. Topolski affaccia l'ipotesi «ecumenica» di unmodello di «ricerca esplicativa» capace di impregnare la narrazione storica di una procedura genericamente di spiegazione. Aben vedere, tuttavia, e con ciò ci si riallaccia ai temi trattati inizialmente, al di sotto delle divergenti strategie espressive, la lineaforte che attraversa orizzontalmente l'asse di ricodificazione della conoscenza storica è da ricercarsi, in ultima analisi, su un terreno apparentemente divaricato; su quel piano delle «filosofie della temporalità» (a cui è dedicato il saggio di G. Vattimo), le quali, subentrate in. pieno diritto alle vecchie filosofie della storia, appaiono oggi — lo sottolinea ancora P. Ortoleva —i l punto di convergenza e di sintesi dei vari nodi del confronto (11). 11 tempo, allora, come «sostanza» 10. L. Stone, «The Revival of Narrative: Reflections on a New-Old history, in Past and Present, n. 85, 1979; P. Veyne, Come si scrive la storia, Bari, Laterza, 1973. 11. Sulla crucialità del tempo e sulla riflessione in corso si veda, in particolare, il volume collettaneo, Le frontiere del tempo, Milano, 11Saggiatore 1983. Biblioteca Gino Bianco

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