Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

L'ECUMEN1SMO CRITICO: OSSERVAZIONI STORIOGRAFICHE IN MARGINE A «GLI STRUMENTI DELLA RICERCA» Antonella Tarpino Tra scienza e narrazione «Cosìcome gli Impressionisti s c r i v e A. Burguière — avevanolanciato la parola d'ordine di abbandonare gli ateliers per l'aria aperta e di andare a dipingere la natura «in diretta», allo stessomodo i fondatori delle «Annales» incitarono gli storici a uscire dai gabinetti ministeriali e dalle camere parlamentari per andare a osservare «in diretta» i gruppi sociali, le strutture economiche, in breve perscandagliare in profondità tutte le realtä sociali» (1). Ora, a più di cinquant'anni da quell'appello liberatorio, le categoriedell'osservazione «in diretta» sembranoquantomai offuscate nell'originario nitore, oscillanti tra linee opposte e incongruenti; le une tendenti a forzare — entro un connubiosempre più stretto con le scienzesociali — il carattere di scientificità della storia, portando cosi a compimento, lungo una deriva unidirezionale, la rivoluzione epistemologicaavviata nei primi decenni del secolo; le altre inclini a riscoprire, secondo implicazioni contenutistiche e non solo formali, l'essenza più propria del «discorso storico»: i l modulo narrativo. Un'ambiguitàquesta, interna alla prospettiva storica, che affonda le radici nel dibattito di fine secolo tra storicismo e positivismo per poi riproporsi, intorno agli anni 40-50, nel vivo della disputa neopositivistica sul carattere nomologico (fondato cioè su leggi generali) o mehodella spiegazionestorica, fino ad attraversare i luoghi della più recenteriflessione condotta dai filosofi analitici anglo-americani. Fallito il progettoneopositivistico di ricomporre l'unità del modello di spiegazione scientifica, a oltre un ventennio di distanza dallenote tesi di G. Hempel, gli echi dell'antica «querelle» sembrano I. A. Burguière, L'anthropologie historique, in La nouvelle histoire (J. Le Goff dir.), Parigi 1978. BibliotecaGino Bianco

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