Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

159 all'infinito, la Unica Tesi sull'Essere che è e non non-è, ma cambia il linguaggio, da quello neopositivistico a quello fascinoso nietzschiano (51), dal confronto conAristotele, San Tommaso e i neo-scolastici, al confronto con gli autori più up to date delle più nuove social sciences. Anzi l'esposizione critica dei più vari saggisti contemporanei diyenta l'unica forma di esporre l'Unica Tesi, col suo ultimo libro La Strada, del 1983. Con una certa abilità i l Severino attuale applica al suo antico retaggioneoscolastico tutti i buoni accorgimenti della retorica pubblicitaria, primo tra tutti la ripetitività attraverso la variatio: la stessa Unica Tesi è approcciata parlando di Ricoeur, Gadamer, Lorenz, Monod, Girard, Frazer, Kraus, Musil, Levi-Strauss, Althusser, Perelman, Weber, Wittgenstein, Spengler, Baget-Bozzo, Eco, Dahrendorf, l'enciclopedia Einaudi, Chomsky, Lacan, lsaia, Matte Blanco, il Tao, i Vangeli gnostici, Michelstaedter, Agamben (52). Poi, i truismi, cioè l'esporre in modo inconsueto verità risapute, per es. per dire che nel tempo si sperimenta il passaggio delle cose, Severino scrive: «In quanto il tempo è la struttura dell'Occidente, esso porta necessariamente al tramonto ogni altra struttura secondo cui il tempo è stato abitato, ossia porta al tramonto ogni forma stabilmente unificante il molteplice diveniente dell'esperienza» (53). Poi, i sintagmi metaforici, come «Abitatori del Tempo», «Destino della Necessità», «Sentiero del Giorno». Poi, le personificanti maiuscole ai nomi comuni (Essere, Verità, Gioia), i l che è particolarmente curioso perché Severino mi vantava esplicitamente che, negli anni '50, quando non solo i cattolici col loro Dio ma anche gli atei neoidealisti con il loro Spirito e il loro Assoluto abbonnide», ricorda che vent'anni prima scrisse «Ritornare a Parmenide» su una rivista specializzata e Cornelio Fabro (chi era costui?) disse: «è lo scritto più stimolante della filosofia italiana contemporanea», cfr. La Strada, cit, 120. 51. Illuminante al proposito confrontare la Parte aggiunta alla I I edizione Adelphi del 1981 di Essenza del nichilismo rispetto al testo della prima edizionePaideia, pp. 415-442. E nella seconda edizione Adelphi del 1981 di La struttura originaria, per giustificare il cambiamento di linguaggio rispetto alla prima edizione La Scuola del 1958, scrive: «Quando si incomincia a parlare una lingua diversa, si rimane a lungo sotto la soggezione della lingua materna, cioè della lingua in cui nasce il mortale», 14. 52. Severino, Gli abitatori, cit, 127, 134; Postille in La Strada, cit. '53. Gl i abitatori, 8. 54. A mio parere oltre a motivi di carattere generale i l puntuale terminus a quo è il successo di H.B. Lévy: cfr. in La barbarie dal volto umano, Marsilio, Milano, 1977 i titoli dei capitoli: I I Principe e l'altro nome del Mondo, L' Aurora della Legge, L'Enciclopedia delle menzogne, ecc. Per un esempio manieristico di questo uso in Severino cfr. la Prefazione e il cap. 10 di La Strada, cit. Biblioteca Gino Bianco

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