Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

158 studia con l'orientalista Suali, col fenomenologo Paci, e coi gentiliani Sciacca e Bontadini. E' Bontadini quello che lascia il segno più forte, che parla di metafisica come gli antichi Greci e porta tutto il meglio della vigorosa teoresi di Gentile. La tesi di laurea (già allora!) nel 1950 fu su Heidegger. A 21 anni vince la libera docenza, è chiamato damons. Olgiati all'Università Cattolica dove, con diversi incarichi, insegna, fa ricerca e soprattutto scrive libri. L'ambiente della Cattolica gli è favorevole, ma la sua maturazione teoretica nel '64 lo porta ascrivere Ritornare a Parmenide e a decidere di lasciare (lasciare, nessuno mi ha mandato via!) quell'università. Si occupa sempre di metafisica e rimane noto solo a ristretti circoli accademici per lo più cattolici, fino a quando, dopo aver pubblicato con La Scuola, Paideia, Vita e Pensiero, pubblica nel '78 Gli abitatori del tempo conArmando e Tèchne nel '79 con Rusconi, libri di stampo diverso dai precedenti (raccolte di saggi e articoli non accademici ma di polemica letteraria odi attualità politica, inquadrati però «filosoficamente») (47 bis) con cui era conscio e orgoglioso di compiere un'operazione divulgativa, exoterica nel senso nobile. I l successo, relativamente ampio nell'ambito di lettori colti non necessariamente accademici, porta poi a Severino le collaborazioni al «Corriere della sera», a «Spirali», le intervistz su«Gente» e «Lotta continua», e finalmente un contratto monstre con l'editoriale Adelphi per pubblicargli tutti i libri nuovi e ristampare quelli vecchi. L'opera omnia lei in vita, professor Severino? SI, l'opera omnia. Ma perché si è deciso per la divulgazione, dopo tanti anni di odi pro fanumvulgus? Perché a un certo punto, senza che facessi nulla per sollecitare, mi sono state fatte queste proposte, e io non ho avuto la forza di rifiutare... (48). In effetti cominciano a convivere due Severino, uno logico-metafisicocontinuamente criticato dai neoscolastici cattolici (49), l'altro sapienziale-apocalittico-mitteleuropeo a volte lodato, spesso discusso dall'«Espresso», «Alfabeta», ecc.; e questo secondo Severino deve ricordare ai suoi nuovi lettori, che lo conoscono da poco, le fatiche letterarie del primo (50). Tra l'uno e l'altro Severino rimane, ripetuta 47bis. Per es. scrive che «la teoria della decisione è stata formulata una volta per tutte da Aristotele», e che gli autori — su cui poi si sofferma — Parsons, Marshall, Pareto, Durkheim, Weber, Freud, non l'hanno capito a pieno, Destino, cit, 361. 48. Severino, dall'intervista, cit. 49. Tutta una sezione del numero di marzo del '65 della Riv. fil. neosc. è dedicata a Severino; ancora nel 1980 Bontadini si rivolge a Severino in Ancora conversando di metafisica. 50. Come quando, ai lettori di un suo scritto intitolato «Freud e ParmeBiblioteca Gino Bianco

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