Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

155 l'esser puòessereniente, per quelli l'uomo ha una zona franca in cui puòdecidere se accettare o meno un eventoesterno (35). La «Necessità» per Severinonon puòesserecriticata dal punto di vista dei «valori» etici tradizionali — comestarebbe facendo l'Europa rispetto alla tensioneUsa/Urss — perché i «valori» non sarebbero altro che la formaobsoleta della stessa e unica «volontà di potenza» della tecnologiamilitare (36). L'illusorietà di ogni opposizione alla Necessitànascerebbe dalla mancanza di efficaciacausaledella volontàumana; averecoscienza di cominciare a muovere il proprio braccio non implica chequestostato sia la causa del processo di movimento,processoche potrà compiersi onon potrà, e che comunquenessuno può dimostrare «causato»: «Avendo fede di essere l'autore delle proprie azioni, il mortale crede di esserneresponsabile. Ma in ciò è presente la volontà di potenza». Infatti per fare un'azione nel mondo «reale» l'agente non può tener contodi tutte le condizioni esistenti altrimenti non simuoverebbemai, maseleziona il sottosistema di condizioni che ritiene di poter controllare: decidere = de-caedere = fare a pezzi. «L'essenza della tecnica l'essenzadell'etica» (37). Ogni giudiziomorale non ha — per Severino — alcuna ragione per ritenersi buono o migliore di un altro: perché il comandamento di nonuccidere'?Perché l'inviolabilità della vita non è una verità evidentecome lo è la luce del sole, e a una volontà (uccidere) si contrappone — comemero fatto — un'altra volontà (non uccidere): «oggi si preferisce — i più preferiscono — quella forma di violenzacheconsiste nel comandamento di nonuccidere e nell'amore cristiano alla violenza dell'omicidio e della strage. E tuttavia l'essenza di ogni comandamento è identica a ciò che si proibisce. Nella fede dell'amore è presente l'essenzadell'odio» (38). In questoquadro in cui ogni «volontà di potenza»successiva ha ragionesoloperchésuccessiva, la tecnicastacambiando le «forzemorali e psicologiche»stesseche dovrebberocomandarla (39). Eppure, accadeche tutto vada in realtà per il meglioperché — al di sopradelle illusioni — ogni cosa è richiamata dall'essere, e «in quanto ogni cosaè destinataall'essere, ognicosaè in accordoconsémedesima, sta nel proprio cuore». Nonostante le contraddizioni «la Gioia è l'incon35. Severino, Destino della necessità, cit, 30; La struttura originaria, Adelphi, Milano, 1981, 14; La strada, cit, 140; Destino della necessità, cit, 581. 36. Severino, G l i abitatori, ci t , 19. 37. Severino, Destino della necessità, cit, 377; Tèchne, cit, 355-56; Destino, cit, 405. 38. Severino, Tèchne, cit, 84, 88. 39. Gl i abitatori, cit, 13. Biblioteca Gino Bianco

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