Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

154 psichicaera paragonata a una Roma in cui ogni epoca architettonica fossecompresente e si compenetrasse nello spazio — diceva che la conservazione del passato è possibile solo nell'inconscio pulsionale; inveceper Severino tutto il passatosi conserva e, anzi, neanche«passa» (31). Inoltre la psicanalisi puòesserecriticata sia da un punto di vista«materialistico» — in quantooggettivamente reazionaria perché di fronte a un «diverso» lo dichiaramalato e cerca di curarlo anziché dichiararemalata la società e cercare di cambiarla — sia da un punto di vista «idealistico» — sembrando ridicolo che, per es., i l filosofo Berkeleyabbia teorizzato l'immaterialità della realtà solo perché da piccoloaveva in odio le proprie feci (32). Di fatto, qui noterei, oltre a alcune inesattezze (33), c'è una sostanzialeincomprensione del metodopsicanalitico da parte di Severino; egli scrive: «Per Freud la rimozione — che sta alla base delle nevrosi e psicosi — è un espellere l'ammalato dalla vita reale», mentre per Freud la rimozione è prima di tutto unmeccanismo di difesa controunattacco (frustrazione, trauma) realissimo. Questa incomprensioneè chiaraquandoSeverinoriassumeuncasoclinico raccontato da Laing e mostra di pensare che lo psicotico vuole (intellettualmente vuole)scindersi dalla realtà, quando invece il presupposto di fondo è che la schizofrenia sia un meccanismo reattivo a una pena esterna di cui si è prevalentemente inconsapevoli (34). Lasemplificazione della psicologia fa ritornare Severino al problemadel «libero arbitrio», chedefiniscenoncome«appetito razionale», ma come«indifferenza»: «in quanto indecisione tra l'essere e il niente, l'ente in quanto tale è libertà». L'uomo si ingannacredendo di sceglieresecondouna ragione, egli lo fa secondo un interesse (illusorio); la scelta è contraria alla «Necessità», la scelta è la persuasione checi si possarassicurarecon delle azioni materiali. D'altra parte la «Necessità»non è una non-scelta, perché anche lo scegliere di non scegliereè unoscegliere. Né ciò va interpretatocome lo stoico ducunt volentesfata, nolentes trahunt, cioècome libertà almeno di consentire orifiutare in interiore homine la forza del destino: infatti gli stoici ripropongono a livello morale l'incoerenza logica di Aristotele: per questi il principio di noncontraddizione ha una «zona franca» in cui 31. Severino, Destino della necessità, cit, 31, 170. 32. Severino, Tèchne, cit, 64-65; 153. 33. Come l'uso scorretto di prec — che per Freud vuol dire coscienza — al posto d i inc(onscio), Severino, Essenza de l nichilismo, Adelphi, Mi lano, 1981, 417. 34. Severino, Destino della necessità, cit, 37; Tèchne, cit, 284-285. Cfr. anche pp. 303-310. Biblioteca Gino Bianco

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