Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

148 biano reintrodotte (10). Simile è anche il metodo storiografico: come Severino dice che Aristotele, Heidegger e tutti si sono occupati del nichilismoma non hanno capito, così Gentile diceva che Platone, Hegel e tutti si sono occupati dell'immanenza ma non hanno capito; la storiografia racconta i tentativi falliti attorno al Problema Unico. Essa non è il crociano (e marxista) sforzo di capire attraverso il passato gli eventi contemporanei allo storiografo, ma è l'elenco di quegli errori chehanno preceduto la verità — da sempre latente — ora finalmente rivelata dallo storiografostesso (11). Il che risulta un lavoro poco importante. Infatti per Severino se il «senso autentico» della civiltà occidentale sta in un «sottosuolo essenzialmente più profondo di quello esplorato da Hegel, dal marxismo, dalla psicanalisi, dalla linea ermeneutica Nietzsche-Heidegger, dallo strutturalismo», allora esso «può essere raggiunto solo se non ci si mette in cammino in compagnia delle ricostruzioni storiche a vario raggioavanzate dalla nostra cultura». Anzi, una forma del nichilismo «èpensare che la storia esiste» (12), perché lo stessoconcetto di storia irrazionale, conessos'intende «l'irruzione, a partire dal niente, di ciò che, appunto perché era niente, è una novità assoluta rispetto a quanto esiste. In quanto storia la realtà è infatti innovazione assoluta e imprevista» (13). (Per la tradizione storicistica da Platone a Benedetto Croce, ricordo, la storia invece non è il novum che irrompe dal futuro, ma è la «reminiscenza», o meglio la coscienza della propria situazione presenteattraverso i segni esplicatori — usi, oggetti, scritti — che attribuiamo al «passato»: la storiografia libera dalla storia contemporaneache altrimenti vivremmo passivamente) (14). PerSeverino la storia è un artificio creato proprio da chi la teme: si teme la storia come irruzione del novum e dunque si inventano gli «immutabili» (scienza, religione, politica) come valori stabili che la neutralizzano, ma «ogni tentativo di bloccare la storia mediante il controllo di essapresuppone il riconoscimento della storia». Ecco perché ogni «immutabile» viene distrutto dal successivo (15). Per Severino la storia è prodotta ontologicamente proprio dalla marxiana «sovra10. Severino, Gl i abitatori, cit, 121-122. 11. Cfr. Gentile, Sistema di logica, cit, v. I , 88-89; v. I I , 251. 12. Severino, Gl i abitatori, cit, 7, 132. 13. Severino, Tèchne. Le radici della violenza, Rusconi, Milano, 1979, 359, 362. 14. Cfr. l'essenziale testo di Benedetto Croce, La storia come pensiero e come azione, Laterza, Bari, 1938. 15. Severino, Destino della necessità, Adelphi, Milano, 1980, 40. Biblioteca Gino Bianco

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