Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

143 taledescrizione viene ad inserirsi dev'essere per parte sua sviluppato benpiù a fondo. Non è affatto chiaro, per cominciare, in chemodo tale ricostruzione della prigione possa quadrare con tutto ciò che Foucault ha sostenuto in precedenza. Volendomantenere il carattere rigorosamente funzionalista di tale ricostruzione, può l'analisi della disciplina condotta nella prima parte di Sorvegliare e punire continuare ad essere pertinente? La prigione funzionale è retta da un meccanismodisciplinare? E in che senso: in rapporto ai reclusi, o, insenso più esteso, perché collabora a disciplinare la granmassa di unpopolo non-criminale? Per quali vie la disciplinaassume un carattere «di classe», in modo da non limitarsi a produrre individui capaci di adattarsi alle norme, ma da riprodurre le condizioni di un «nuovopotere di classe»? E si potrebbe continuare. Eancora: se la prigione viene usatacome arma tattica nel conflitto di classe, chi, o checosa, calcola i possibili effetti del suouso? Inquestocaso, Foucault non parla mai di agenti umani, e probabilmentenon ha bisogno di farlo; l'uso del termine «tattica», tuttavia, sembraesigere che, in un modo o nell'altro, si affronti i l problema del calcolo degli effetti. Fino ad ora egli ha eluso la questione — che, beninteso, non è né insolubile né insuperabile: questi commenti miranosemplicemente a indicare i punti in cui il suo ragionamento andrebbechiarito o ulteriormente sviluppato. Non esiste relazione di potere senza correlativa costituzione di un campo di sapere, né di sapere che non presupponga e non costituisca nello stesso tempo relazioni di potere (Sorvegliare e punire, p. 31). Per finire: che cosa implicano questeosservazioni in merito al più ampio interesse di Foucault con i l «pouvoir-savoir»? Che cosa implicano in merito agli scopi dichiaratamente politici della sua opera? Il concetto di «potere-sapere»sembra possedere un indubbio significato in connessionecon la suagenealogia delle scienzeumane. E' questo interesse che ha illuminato le sue ricerche, ed è prestando attenzione a quelle che, apparentemente, sembranoessere le innocue minuzie delle pratiche disciplinari (le forme primitive del nesso potere-sapere) che Foucault ha costruito, in parallelo, la sua analisi alla genesi delle scienzeumane e quella sulle origini di una nuova «tecnologia»politica centrata sull'individuo. Si tratta di un'idea che, inambedue i casi, ha condotto a concezioni inedite e rilevanti: del sapere, del potere, e del loro rapporto. Insensopiù ristretto, tale idea hamostrato la sua utilità in anaBiblioteca Gino Bianco

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