Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

138 i loro programmi e le loro tecniche, sembrassero irrigidirsi e perpetuarsi. I l problema è, semplicemente, che cosaproducequesta continuità di disciplina?Foucault la assumeo la asserisce,senzamezzi per dimostrarla. E' un'ironia che egli si avvicini ai pericoli delle argomentazionibasate sulle origini — come se per comprendere un oggetto ci fossebisogno di comprenderne le origini, da cui derivare la chiave e il germe del suosvilupposuccessivo — che è precisamente quell'errore che la genealogia è rivolta a correggere. Sembra qui che Foucault perda i l suo senso storico, e ricada inuna sempliceconcezionedicotomica di passato/presente, come se fosserosufficienti le due immagini emblematiche con cui il libro inizia.Ovviamente, questanon è l'unica difficoltà di Foucault. Un'altra, per rivolgerci ad altre parti della storia della punizione, è la stessa difficoltà che troviamo nelle «due leggi dell'evoluzione penale» di Durkheim — rispetto a cui, tra l'altro, l'argomentazione di Foucault hauna spiccatasomiglianza. La concezione di Durkheim è organizzata dai punti finali di ciò che egli descrive come dei processi di evoluzione; di fatto, i «processi» non sono affatto specificati. Durkheimdefinisce invece un contrastomolto forte tra due stati o due situazioni, che non sonodiversi di misura ma di natura. Suggerisce poi che uno stato o una situazione tende ad evolversi verso il successivo. Tuttavia, è soltanto i l punto terminale «moderno», quello avanzato e progressivo, che dà retrospettivamente un significato a questoprocesso di evoluzione. Le «leggi» non descrivono quindi realmentedegli sviluppi, ma accennanopiuttosto al loro fine (putativo), che è di per sé un termine già contenuto nella dicotomia precedente. Nel caso di Foucault, tale caduta teorica può forse essere una inavvertita vestigia delle sue ricerche precedenti, che erano organizzatecome«archeologia». L'esempiomigliore è Le parole e le cose, in cui Foucault intendeva ricostruire l'«episteme» che, epoca per epoca,sottostava alla possibilitàstessa di conoscere.Quest'opera sottolineava quanto fosse radicale la discontinuità tra l'episteme di un'epoca e quella seguente — ma all'interno di ogni singola epoca siinsisteva invece sulla regolarità e sulla continuità dell'universo del discorso. Ed è importante ricordare che, nelle Parole e le cose, Foucault fissava la data di nascitadell'epistememoderna (e dunque anchel'emergere delle scienzeumane) agli inizi del diciannovesimosecolo:periodizzazione identica a quella che tornerà in Sorvegliare e punire. Ora, tra archeologia e genealogiaesistono rilevanti differenze, vuoi nei mezzi, vuoi negli scopi — e su questo si dovrà tornare in Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==