Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

133 cui il testo ufficialmentepassa dalle idee dei riformatori alla spiegazione di come queste venivanomesse in pratica, o non lo venivano affatto o venivanomesse in pratica solo in una certamisura. L'implicazione è chiara; le idee dei riformatori non erano cruciali per rendere lo stile della nuova punizione, anzi, non erano neppure particolarmenteadatte a renderequesto stile, che dipendeva di più dalla «disciplina». Quindi i riformatori non erano agenti di «riforme» e le ricostruzioni storiche di Foucault rivelano una «genealogia» del nuovostile molto diversa e più complessa. E' ugualmente interessante il modo in cui termina la sezione 3. Dopo aver svolto all'inizio una digressione dalla punizione, e dopo aversostenutoche la disciplina era la nuova punizione, alla fine Foucault si allontana molto dalla «nascita della prigione» per descrivere unadiffusione generale della disciplina nel periodosuccessivo, nell'arco del successivosecolo e mezzo. Questo annuncia i l tema più ampio di un libro che smette del tutto di parlare delle prigioni nel sensoistituzionale. La disciplina, che entra nella discussione come elemento«culturale» cruciale nella nascita della prigione (una istituzione di esclusione e di segregazione) è andata ben oltre i limiti e ora è ovunque nella «società carceraria». Eccocosa dice Foucault sulla societàcontemporanea: «E' forse sorprendente che le prigioni assomiglino alle fabbriche, alle scuole, allecaserme, agli ospedali; e che tutti questi d'altro canto assomiglino a prigioni?» (8). Quale che sia l'opinione che si può avere su questa immagine della società disciplinare, deve essere chiaro che Foucault non vi è arrivato attraverso i l paziente lavoro della ricostruzionestorica. Chiaramente qui si tratta di un altro tipo di argomentazione. Vi è anche un altromutamento di livello. Avendo risposto alla suadomanda di perché la prigione è diventata uno strumento, /o strumento, della punizione, Foucault passa a descrivere l'effettivo funzionamentodelle prigioni. Vi è un cambiamento di livelli perché Foucault prima risponde alla domanda «perché le prigioni?», costruendo un «diagramma» generale del castigo disciplinare, come unatecnica o unmeccanismo: il piano di Benthamper il Panopticon diventa la forma ideale di questodiagramma. Foucault riconosce subiroche il Panopticonstessonon venne mai effettivamente costruito. Questosembra far sorgereuna distinzione tra il diagramma del castigodisciplinare e la sua realizzazione, ovvero tra il panopticismo e le 8. Ibid., p. 247. Biblioteca Gino Bianco

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