Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

130 ricorsoalla storia, e della suaposizioneneutrale, positivistica. E' una descrizioneche indubbiamentenon si associabene con le impressioni che i lettori hanno nel leggereFoucault; va ricordato che le fioriture retoriche e l'inclinazione letteraria così evidenti nella suaprosahanno moltocontribuito alla popolarità dei suoi testi. Per quanto riguarda lesue tesi, queste tuttavia si appoggiano a una documentazione, che senon viene fatta forse con quella scelta delle fonti accuratamente giustificata che gli storici professionisti si possonoaspettare, viene svoltaperò attraverso una esplorazione dell'«archivio» senza dubbio piena di immaginazione e di ampia portata. Per questoaspetto, l'uso cheFoucault fa della storia — la sua ricostruzione dell'emergere e dellecondizioni di possibilità delle diversescienzeumane — potrebbeavere un effetto salutare; o, per dirla altrimenti, i lavori di Foucault offrono delle dimostrazioni salutari delle possibilità di tracciaredelle «genealogie» nella storia delle scienzeumane. Lapolitica del discorso Laricostruzione storica «grigia, meticolosa» è tuttavia soltanto unmodoparziale per rappresentarequesta impresa; e non è un buon modoper dar conto del suo spirito. I l termine «genealogia» è ovviamentescelto per far eco a Nietzsche, e Foucault riprende parecchio dellostile di Nietzsche nel rafforzare la critica con le polemiche. Nellosvilupparsi dei lavori di Foucault è diventatosempre più chiaroche lasua critica ha un intento più ampio di quello di una lenta ricostruzionedella storiografia dellescienzeumane. All'inizio del suo Sorvegliare e punire Foucault rivolge la domanda a sestesso: perché scrivereoggi una storia della prigione?«Semplicementeperché ho interesseper i l passato? No, se ciò significa scrivere una storia del passatonei termini del presente. Si, se ciò significascrivereuna storia delpresente». I l significato di questo in sé non è immediatamente chiaro; ma viene suggerito da una lunga allusione alla rivolta delle prigioni negli anni recenti (cioè nei primi anni '70) che erano le fonti delleriflessioni di Foucault. Le rivolte noneranouno stimolo alla curiositàstorica di Foucault; le sue intenzioni erano più immediate. Sorvegliare e punire è stato quindi scritto consapevolmente «in un campodi rapporti di potere e di lotta politica». I l libro «ci riporta alpresente»continuamente, e si colloca nell'ambito di quello che Foucault chiama «il problema politico della prigione (7). E' ovvio 7. Sorvegliare e punire, cit., pp. 31-34. BibliotecaGinoBianco

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