Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

128 Il lettore si arresta, colpito dalla stessastranezza dell'immagine. Oricordiamo, similmente, il suo ritratto dei grandi riformatori filantropi della fine del XVI I I e dell'inizio del XIX sec., un ritratto checi mostra i loro sentimenti umanitari, ma entro un intreccio di modi di vederestrani, disordinati e diversi (indubbiamente contraddittori di fronte agli occhimoderni). L'estraneità dell'intreccio di vedutecheFoucault cerca di ricostruire interrompe ogni facile identificazioneda parte dei lettori moderni nei confronti di questi soggetti storici. 2. Mettere in luce rotture o continuità nello sviluppo storico, tatticaper la qualeFoucault divennefamosodopo la pubblicazione di L'ordine delle cose. Oui l'obiettivo polemico è lo storicismo in parecchi dei suoi sensi, in particolare la tendenza che Foucault ritrova nel modo di scrivere degli storici a sopprimere la «novità» entroun flusso di eventi apparentemente continui, come se gli eventi nuovi potessero e dovessero venir spiegati come il risultato di una serie di circostanze e di eventi precedenti (cioè, venuti cronologicamenteprima). Foucault invece enfatizza le discontinuità, inparte comestrumento retorico, in parte per erigere delle salvaguardie, come egli stessodice, contro concetti mistificatori come «progresso»,«naturaumana» e simili. Il corsodegli eventi che troviamonelle suestorie è tipicamentecomplesso,molto contingente, spessosorprendente. 3.Rendere problematici i concetti e le categorie base delle scienzeumane. Foucault ha cercato di mettere in dubbio la ovvietà dellecategoriebasestudiando le circostanze in cui essesonoemerse osonostate formulate. A questo fine egli può affermare di aver svolto in Follia e civiltà una dimostrazione forte in un casopoco promettente o sfavorevole. La categoría della «follia» viene convenzionalmenteconsideratacome uno scontatouniversale storicoantropologico. La «follia» può venire compresameglio o peggio, ma la categoria in sè sembra riferirsi indubbiamente a una esperienzauniversale. Al contrario, Foucault è portato a suggerire che nonesiste una esperienza della «follia» originaria ed univoca (4). L'oggettostesso è mutato, storicamente, in modi sorprendenti e spessodrammatici: ben lungi dall'essereuniversale, è radicalmentecontingente. La psichiatria quindi non va intesa come il primo trad. it. Storia della follia nell'età classica, Milano, Rizzoli, 1976, pp. 20-21. 4. Ibid., pp. Biblioteca Gino Bianco

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