Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

11 corso di tutti gli anni '70, con una politica estera che ha sfruttato la crisi della politica esteraamericana noncercando di porre le basi di un nuovosistema di relazioni internazionali, ma avanzandoesclusivamente sul piano della estensione dell'influenza politico-militare in termini strategici e di controllo delle principali aree di interesse occidentale. L'Urss ha quindi coniugatouna politica esteraclassica da grande potenzacon la pretesa di unaassoluta rigidità del suosistema di egemonia in Europa. Quali siano le ragioni storiche, politiche, economiche a causa delle quali l'Unione Sovietica nonpossa fare altrimenti, non put) essereoggetto di queste considerazioni. Certo è che la nuova fase della politica americana, che si inizia con l'amministrazioneReagan, ha come obiettivo precipuo quello di ristabilire gli assetti che si erano alterati negli ultimi anni '70. Tornando alle considerazioni oggetto principale della nostra riflessione a me pare di poter affermare che i l movimento pacifista mancaassolutamente di due elementi di analisi essenziali: a) una analisi della dinamica delle relazioni e dei conflitti internazionali; b) una analisi del sistema del socialismo reale. Lasua propostaprescinde da una indagine sulla politica sovieticadegli ultimi 15 anni. Io non voglioprendere in esamequella parte dei movimenti che fa discendere la propria opzione da una analisi del contesto internazionale ancora legata agli schemi del marxismo-leninismo e che considera l'Unione Sovietica e i l sistema geopolitico di cui essaè l'elementodominantecome il principalestrumento di difesa della pace; e neppure, peraltro, quelle analisi che, al di là di una scelta in termini di valore, consideranocomunque l'Urss unapotenza essenzialmentepreoccupata di esigenze difensive. Sono analisi che non condivido, ma il non prenderle in esamescaturisce essenzialmente dal fatto che tali posizioni non costituiscono l'aspetto più importante e significativo della posizione pacifista. I l pacifismo odierno, è troppo ovvio, non è la stessacosa dei movimenti per la pacedegli anni '50. Tuttavia, anche nella suacomponentemaggioritaria e più significativa, il movimento pacifista rimuove, a mio avviso, totalmente l'esigenza di quel doppio ordine di analisi cui accennavoprima. La ragione di tale rimozione sta in un principio che è parte essenziale e costitutiva della identità stessa di tali movimenti. Essa esprimeuna natura essenzialmentenon politica in quanto l'obiettivo della loro azione e il contenuto della loro identità dipendeessenzialmente da una assunzione di obiettivi non mediata politicamente. La Biblioteca Gino Bianco

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