Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

111 — se si prescindedall'inadeguatezza del modello patriarcale in questocontesto — il padre fondatore della sinistra freudiana. Talvolta l'opera dei freudiani di sinistra di oggi sembra una riutilizzazione di materiali reichiani. Ma anche Reich, per i suoi continuatori, non era abbastanza radicale: secondo Norman Brown «Reich aveva ragione nelsupporre che la psicoanalisi, per realizzare le propriepremesse terapeutiche, doveva predeterminare una trasformazione sociale. ma sbagliava limitando il campo della trasformazione sociale in questionealla sessualitàgenitale degli adulti» (1). Nel dopoguerra, tutti convenneroche il problema era molto più ampio. La trasformazione che porta dalla perversa polimorficità infantile alla sessualitàgenitale rappresentava già i l trionfo del performance principle, i l «principio di prestazione», come lo definisceMarcuse, sul principio del piacere (2). Unarivoluzione socialeche si proponesse di spezzare il ciclo della dominazione e della ribellione non poteva limitarsi a creare una moralitàsessuale più permissiva. Una sedicente «rivoluzionesessuale»che sifosse autoconfinata al piano del piacere genitale avrebbe facilmentepotuto dar vita a nuove forme di dominio, comeMarcusecercò di dimostrare con la sua teoria della «desublimazione repressiva» (3). Gli avvenimenti degli anni '60 e '70, infine, hanno dato forza all'obiezione di chi sosteneva che una società fondata sul consumo avrebbe facilmente assorbito i movimenti che chiedevano la libertà sessuale, facendone strumenti di autopropaganda, in grado di nobilitare i l consumo con un'aura di gratificazione libidica. Come hannofatto notare le femministe, la nuova libertà sessualenon ha comportatocambiamenti degni di nota nella distribuzione del potere tra i sessi o nello sfruttamentosessualedelle donne. La«rivoluzione culturale» — cioè quel programma di trasformazionestrutturale profonda sognatodall'estrema sinistra freudiana — dovevaper forza esserequalcosa di più che una pura e semplice «rivoluzionesessuale». La sua idea-forza, secondo quei teorici, non consistevanell'instaurazione di una maggiore indulgenza erotica, intesacomemomentanea liberazione dalle esigenze del lavoro alienato, ma in una eroticizzazione del lavorostesso. Il problemanon era quello di allargare la sfera del «tempo libero», ma quello di eliminare la distinzionestessa tra lavoro e tempo libero, facendo del lavoro un 1. Norman O. Brown, Li fe against Death: The Psychoanalytic Meaning of History, New York, s.d. (pubblicato dalla Wesleyan University Press nel 1959), p. 142. 2. Herbert Marcuse, Eros e civiltà (1955), tr. it. Torino 1964, cap. 2. 3. Herbert Marcuse, L'uomo a una dimensione (1964), tr. it. Torino 1967. Biblioteca Gino Bianco

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