Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

106 mit Wagner: esso designa l'occhieggiare a l pubblico borghese nel mentre si mira agli alti scopi dell'arte. Sono accuse che resteranno, mache nel saggio del 1933 sono assorbite e quindi in qualche modo giustificate nella figura dell'Ottocento, i n questo saggio manca l a prospettiva positiva, evidentemente Mann ha rinunciato a identificare l'arte novecentesca con i l nuovo classicismo. Probabilmente Gustav vonAschenbach, che ha molti tratti di Wagner oltre che di Mahler (del resto appaiati in Geist und Kunst), si era portato nella tomba, insieme al protagonismo ottocentesco dell'artista, anche l'asciuttezza manniana che in lui si era ridotta a aridità. Dopo tutto, a differenza di Mann, aveva scritto Geist und Kunst, ma ciò non gli aveva impedito di fare una brutta fine ad opera di quelle forze irrazionali che l'Ottocento forse esorcizzava nei miti nascosti dietro i tendaggi di raso. Venendo a mancare un termine d i confronto privilegiato ( i l «neoclassicismo»), l'Ottocento, più che come bersaglio, appare nel saggiodel 1933 come epoca trascorsa che si pm') giudicare nella sua grandezza e nei suoi limiti. Negli scritti posteriori dedicati a Wagner scompare di nuovo la sua identificazione col secolo a favore della sua teutonicità, che nel discorso sull'Anello del Nibelungo è ancora vista comeelemento dissolvente della Zivilisation borghese e nettamente differenziata dall'«abuso» nazista, mentre tre anni dopo (1940) i n una lettera alla rivista nuovaiorchese «The Common Sense» (15) egli sposa la tesi di Peter Viereck e dichiara che «quest'opera creata ediretta contro la civiltà, contro l'intera cultura e società dominante apartire dal Rinascimento, si stacca dall'epoca borghese-umanistica nellostessómodo dell'hitlerismo. Con il suo Wagalaweia e le sue allitterazioni, la sua mescolanza di radici nel suolo e di occhi rivolti al futuro, il suo appello alla società senza classi, i l suo rivoluzionarismomitico-reazionario — con tutto ciò essa è l'esatto precursore spirituale del movimento 'metapolitico' che terrorizza i l mondo». Mann sacrificava anche quel mito che nel 1933 aveva salvato associandolo a Freud, ció che costituì i l principale capo d'accusa nella lettera dei suoi critici monacensi. Wagner sembrava travolto nella fine della tradizione tedesca aperta dal Romanticismo ed esaltata nelle Considerazioni. Tuttavia il Doctor Faustus, per quanto abbia a protagonista un musicista, non ricorre affatto a Wagner per giudicare questa tradizione, bensì al suo antagonista Nietzsche. E nei rari scritti 14. Citato in E. Koppen, op. cit., p. 220. 15. Trad. it. in Th. Mann, Dolore e grandezza di Richard Wagner, prefaz. di Mazzino Montinari, Fiesole, Liscante edizioni 1979, pp. 99 sgg. Biblioteca Gino Bianco

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