Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

104 positiva, i l rappresentante della sobrietà dello spirito di fronte all'artista-istrione, il cui prototipo diventa l'amato Wagner e ancor più D'Annunzio, chiamato «la scimmia di Wagner». Questa rivalutazione del letterato ha a che fare soprattutto con l'autogiustificazione dell'autore e del suo genere, la narrativa, si ricollega quindi allo scritto Bilse e io (1906) e al notevole Saggio sill teatro (1908) (10) che è in pratica un attacco alla prassi teatrale in nome della salda parola scritta, attacco che non risparmia Wagner e che benché sia stato scritto prima della sfortunata esecuzione dell'unico dramma di Mann, Fiorenza, è forse un modo di mettere le mani avanti di uno scrittore chesa di non essere nato per il teatro. Ma a tale rivalutazione non estranea la rivalità con i l fratello, di cui Thomas non sopportava il dannunzianesimo della trilogia Die Göttinnen. Sia pure in un'accezione più politica e meno ascetico-moralistica, doveva essere poi invece Heinrich a incarnare e difendere l'ideale del letterato, mentre Thomaspassava a difendere l'artista e i l Dichter tedesco contro i l letterato infranciosato. Resta il fatto che in questo torno di tempo cadono le più pesanti affermazioni antiwagneriane, come la nota lettera a lulius Bab in cui si contrappone Goethe e Wagner dicendo che i l primo «è una guida e un eroe nazionale incomparabilmente più degno di venerazione e di fiducia che quel tabaccosognomosassone dal genio prodigioso e dal carattere meschino» (11). Ma i l documento su cui occorre ritornare è l'Auseinandersetzung mi t Richard Wagner. L'articolocomincia con una dichiarazione di debito: egli aveva «visto e amato in lui, ad onta del teatro, un grande narratore epico», i cui mezzi, «il motivo, l'autocitazione, la formula mitica» l'avevano stimolato come scrittore ed echeggiano nei Buddenbrook. Ma, come nella lettera a Bab, si distingue tra l'uomo e l'opera: «come spirito, comecarattere, mi sembrava sospetto, come artista irresistibile, anche se profondamente problematico...». Oggi per() egli crede di sapere «che la stella di Wagner sta declinando nel cielo dello spirito tedesco». E non allude alla sua teoria, a cui, secondo lui, nessuno ha mai creduto seriamente, bensì proprio all'opera. «No, io parlo della suastessa possente opera, che oggi presso i l pubblico borghese ha raggiunto il massimo di popolarità, della sua arte come gusto, stile, sentimento del mondo. Che non ci si lasci ingannare dal clamore entusiastico dei giovani dei posti in piedi. In verità oggi tra la gioventù 10. 11 saggio è tradotto in Scritti minori, cit., pp. 927-85. 11. Lettera del 14-9-1911, in Th. Mann, Epistolario 1889-1936, trad. it. di I .A. Chiusano, Milano 1963, p. 135. Biblioteca Gino Bianco

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