Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

entrambi «grandi nell'organizzazione degli effetti, nel culto del mi - nuzioso» (2). Questa caratterizzazione dell'Ottocento come secolo del grande edel piccolo si trova già nel 1925 a proposito di Conrad (in una prefazione all'Agente segreto) e già qui i l primo citato è Wagner. Si legge: « I n Wagner, i n Dostoievskij, nello stesso Bismarck, l'Ottocento accoppia una statura gigantesca a un raffinamento estremo, e una squisitezza sottilissima di mezzi, che in tutt i i casi però — non si può negare — hanno i n sé qualcosa d i morboso e d i barbarico insieme» (2a). Tuttavia, come vedremo, l'elemento sulla cui problematicità si) insiste è i l grande e non i l piccolo. Per quanto riguarda la cura dei particolari in Wagner Mann ebbe sempre parole di riconoscimento anche negli scritti più tardi, e anche qui c'è certo l'influsso d i Nietzsche, che aveva scritto: «Sia detto ancora una volta: ammirevole, amabile è Wagner soltanto nell'invenzione del minimo, nell'invenzione del dettaglio — si ha dalla propria parte tutte le ragioni per proclamarlo su questo punto un maestro di prim'ordine, i l nostro più grande miniaturista musicale, che rinserra i n uno spazio estremamente esiguo un'infinità di sensi e di dolcezza» (2b). Ora si potrebbe pensare che l'identificazione di Wagner con l'Ottocento come secolo di problematica grandezza sia i l f rut to della riflessione del Mann maturo, che dopo l a prima guerra mondiale e l a conversione al la repubblica tedesca può guardare con un certo distacco a quel periodo e in particolare può considerare Wagner come i l monstrum di un'epoca trascorsa, traendo i l bilancio dei biasimi e degli elogi i n un saggio che con le sue 84 pagine ha qualche cosa di conclusivo. Questo è vero però solo fino a un certo punto. E' vero se ci riferiamo al Mann della svolta del secolo. Nel Piccolo Signor Friemann, nei Buddenbrook, nel Tristan, in Walsungenblut la musica di Wagner appare come sommo esempio di arte decadente, che esercita i l suo ambiguo fascino su Panno o sulla signora Klôterjahn. Mann aveva infatti tratto i l concetto di décadence, prima ancora di leggere Nietzsche, dalla stessa fonte che aveva per l o meno fortemente influenzato i l filosofo, cioè dagli Essais de psychologie contemporaine d i Paul Bourget, dove aveva una connotazione quasi fisiologica e designava l'affinamento patologico del sistema nervoso che allontanava 2. Nobiltà dello spirito, cit., p. 447. 2a. Th. Mann, Joseph Conrad, in Scritti minori, Milano 1958, p. 887. 2b. / / caso Wagner, in Opere di Fr. Nietzsche, vol. VI , tomo I I I , Milano 1970, p . 23. Biblioteca Gino Bianco

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