Ferdinando Ranalli - Sopra un disegno di Raffaele Sanzio rapppresentante la deposizione ...

g).( 11 )~ resse alla diposizione della Croce; eppure chi non vorrebbe vedercelo, chi non gradisce che il più fedele ed amoroso discepolo si levi anelante per accoglie· re il primo nelle sue braccia la cara spoglia del suo maestro come in atto di sclamare : a me a me questo corpo sacratissimo .... io colle mie mani laverò queste piaghe .... lasciate che sulla mia fronte si riposi l'adorato capo da pungentissime spine trasfis· so .... lasciate che al mio stringa il suo seno iniquamente lanciato, e da percosse e lividori intenebrato tutto quanto .. . . Oh! mio Gesù: quale ti riveggio, quanto mutato da quello che tra le palme e i tripudii entrò in Gerosolima. Come è squallido e tutto pesto e sozzato di sputi il tuo volto .... come la tua virginissima e beata carne è tutta divelta, battuta, sprazzata a rihocco di sangue •... Tanto dovea costarti la redenzione dell'uomo, tanto il desiderio di scamparlo da morte! me lo dicono sì queste braccia che tenesti lungamente distese agli estremi della Croce ·aspettando l'infelice che traviò .. . Lungi che tu l'avessi discacciato, lungi che tu avessi disvoluto la sua conversione.. ! Sarehbeti stato men grave tornare in Croce a morire e tutto il prezioso sangue rifondere che vedere un solo, lungi dai tuoi occhi , andar perduto : chè solo si fosse mostro pentito! come fu del huon Ladrone, lo avresti teco menato a salvamento. O clementissimo Gesù , chi potrebbe ricamhiarti di

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