Ferdinando Ranalli - Sopra un disegno di Raffaele Sanzio rapppresentante la deposizione ...

~( 10 ){3 destro della Croce, resta ancora di sconficcare l'altra mano. Non è a dire con quanto cara divozione il piacevolissimo vecchio si sforza di trarne colle tanaglie il ben calcato chiavello, e come 1a sua pastura e movenza si equilibri all'altra estremità della Croce: dove il suo compagno Nicodemo co' piedi soffermi al sommo della scala, sospendesi a metà del corpo col tergo assai ricurvo e prolungato per aggiungere colle mani a sorreggere ne' fianchi il corpo divino: al che non basterebbe il solo sostegno di Giovanni, e di un' altro divoto che nel mezzo della scala (nel Jato manco del quadro) ac· coglie nelle mani e sostenta i sacrati piedi. VII. Di questo divoto non saprei dire chi abbia voluto figurare il Pittore : al volto al vestire sembra ebreo. Vi sarà chi voglia giudicarlo persona che stia quì inutilmente , massime che l' istoria non ci parla che de' soli Giuseppe d' Arimatea e Nicodemo? Ame pare che alla maestà e piramidale equilibrio del quadro molto giovi la figura di quel divoto: parmi altresì che non disconvenga alla dignità islorica, non essendo vietato ai pittori, come ai poeti, d' imaginare tullo quello che serve temperatarnente ad accrescere l'interesse del fatto , e trarne miglior frutto pe' riguardanti. Non ci dice l' Evangelio che S. Giovanni accor·

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