Ernesto Renan - Che cos'è una nazione?

di fede sicura e di iiluminata bontà, anche noi l'abbiamo sognata, anche noi la vogliamo. Ma come può essere ch'essa ci debba costare (a noi soli!) non dico una minor sicurezza di confini, una imperfetta totalità di rivincite, una più ambigua visione del futuro - ma il disperdimento per sempre d'un te!,Oro di civiiltà da· noi seminato, coltivato, nutrito con forse il meglio della nostra vita, sull'altra sponda? ma il tradimento calcolato di tanti fratelli che tendono a noi d<Ìs.peratamente le mani cariche delle speranze, delle ansie, delle angosce di un cinquantennio di schiavitù? Come è possibile che la ·stes.sa legge di dovere umano che ci spinge verso i nost,ri fratello, che ci tiene strettri ad essi con l'artigliante violenza della più !>aera ed umana tra le passioni - spinga a ~ua volta contro di noi un popolo nobile e. infeli.oe, che vide tutte le rovine e le sciagure in questi cinque anni d'inferno - e eh.enoi amammo, che noi aiutammo, che noi, noi sal-' vammo? Come può essere ,in.fine che non oi sia tra noi un modo d'intenderci, che s.alvi il loro dir.itto e il nostro amore, - il nostro dovere di compiere una buona volfa l'unità della nazione, e il nostro desiderio di legare la nazione così compiuta nella grande società auspicata dal genio di Mazzini prima che da ogni altro nel mondo? Questo modo ci deve es~re ! Ci sarà! E forse coloro che oggi corrono l'lbalia cantando le lodi della Lega delle Nazioni, hanno ragione, come hanno ragione coloro che corrono l'ltaln,a gridando che bisogna siano resi alla Madre tutti i suoi figli: e gli uni e gli altri possono procedere con le mani nelle mani- verso un radioso avvenire naz.ionale ed umano, pur che si vogliano intendere con sincerità e n!,Olutezza. A questa pos!>ihil~tàd'intesa ciascuno di noi vorrebbe portare un aiuto pur minimo; ciascuno di noi vorrebbe recare la sua piccola pietra all'edificio della concordia nazionale; - perchè questo pa:rticolarmente ci offende e tormenta e tu-rba: che noi, che sapemmo ·essere così uniti e compatti nel giorno del pericolo supremo, siamo tra noi così discordi e <listanti nel giorno della vittoria: forse perchè non siamo riusciti ancora a piantarci nel mezzo del cuore l'atroce verità : che la patria è in pericolo oggi molto ma molto più che dopo Caporetto !, perchè allora :tutti avevano in Italia il sen50 del bàratro sotto· i piedi - e fuori il desiderio e l'interes.se di aiutarci, peychè per la brecbhotP.C,Gino Bianco

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