Ernesto Renan - Che cos'è una nazione?

moni principeschi, dei congressi diplomatici, !.Onocaduti. Non resta ferma e fissa se non la razza delle popolazioni. Ecco l'essenza di un diritto, una legittimità. La famiglia germanica, per esempio, secondo questa teoria, ha il diritto di raccogliere le membra sparse del germanesimo, anche quando queste non chiedono di rict>ng-iungersi. Il diritto del germane!>imo su una determinata provincia è .più forte che il diritto degli abitanti di questa ·prov.incia,su se stessi. Si crea così una specie di diritto primordiale sul tipo di quello dei re di diritto di~no; al principio ,di nazionalità si sostituisce quei-' lo de l'etnografia. E' un grandissimo errore ehe, se diventasse dominante, perderebbé la civiltà euro_pea. E' tanto giusto e legittimo il principio di nazionalità, quanto quello del diritto primordiale delle razze è ristretto e pieno di pericolo per il vero progresso. Nelle tribù e nelle città antiche il fatto della razm aveva, lo riconosciamo, un'importanza di prim'ordine: la tribù e la città antica non erano se non un'e!;tensione ,della famiglia. A Sparta e ad· Atene, tutti i cittadini eran, più. o meno da vicino, parenti. Lo stesso accadeva: presso gli Israeliti, lo stesso accade ancora presso le tmbù ara.be. Da Atene e Sparta e dalla tribù israe1ita,, trasportiamoci ora àll'impero romano: · le condizioni sono ben diverse; fomata in origine dalla violenza, mantenuta poi dall'~nteresse, quella grande agglomerazione di città, di province assolutamente differenti, porta all'idea di razza il più fiero colpo. Il cristianesimo, col suo carattere universale e assoluto, lavora anche di .più nel medesimo senso. Esso stringe coll'impero romano un'alleanza intima, e, per l'effetto di .. questi due incomparabili agenti unificatori, la ragione etnografica è per secoli messa da parte dal governo delle coc;e umane. L'invasione barbarica, nonostante le apparenze, fu un nuovo passo in tale strada. Le divisioni dei regni barbari non han nulla di etnografico, ma son regolate dalla forza o dal capriccio degli tinv:asori. La razz,a delle popolazioni ch'essi assoggettavano era, anche quella,' del tutto indifferente per loro. Carlo Magno rifece a modo suo quel che Roma aveva già fatto: un .impero unico composto· delle più dive™!' razze; gli autori del trattato di Verdun, t~racciando imperturbabili le loro due grandi linee dal Nord al Sud, non ebbero il minimo riguardo alla razza delle genti che si trovavano a destra o a sin~tra. I mov:imenti di frontiera che si succedettero nel Medio Evo avvennero anch'essi al cli fuori d'og'?i tendenza etnografica; fu un effetto della ten- ,6 - n u11u1!:lt:8 Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==