Clara Zetkin, Henryk Walecki - Il Partito socialista italiano sulla via del riformismo

- 74 - t'estualmente: nessuno la prendeva sul serio; e Serrati soggiunge che nelle condizioni attuali non si poteva applicarla. Turati disse che non ci si può far prescri• vere la linea di condotta da. un Governo straniero, anche se questo è un Governo comunista. Tutti gli oratori, cosl di destra come di sinistra, hanno detto qualche parola di complimento all'indirizzo della Rivoluzione russa e tutti hanno citato Lenin - che fa anche lui delle • concessioni • - per scusare il loro collaborazionismo. Tanto i riformisti quanto i serratiani scatenarono .un baccano d'inferno contro l' • intrusione • dell'Inter• nazionale Comuni~ta· negli affari • interni • italiani; e non già. la massa dei congressisti, ma i capi, i Modi-. gliani, gli .A.lessandri, i Serrati eran quelli che gridavano di più, aizzando gli altri a dare spettacolo di degradazione, e si sforzavano di troncar la parola in·bocca ai rappresentanti del Comitato Esecutivo. Essi salutarono con un'ovazione il presidente dell'Internazionale due e mez_zo,Fritz Adler, che con ipocrita umiltà ebbe a dichiarare di non essere venuto a mescolarsi negli affari • interni~ e di non voler dare lezioni, ma bensl riceverne. Per quelli, gente, il divorzio dall'Internazionale Comunista, malgrado tutte le loro proteste, era cosa preparata e decisa già in prec·edenza. Tuttavia i serratiani, da opportunisti coerenti, non osano dirlo a voce alta. Mentre i turatiani mostrano apertamente la loro gioia per la rottura con Mosca, che non avevano mai cessato di denigrare e di calunniare nella stampa, nelle pubbliche riunioni, nella· Camera stessa, i serratiani, anche-dopo il Congresso, continuano a protestare il loro platonico amore verso i • principii • dell'Internazionale Comunista, affrettandosi però a strin• gerG utili relazioni coi peggiori nemici di essa. B blioteca Gino Bianco

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