Omaggio alla memoria del dottore Girolamo Versari

-37Arti fu prode, che per lor si tolse Anche de' carmi alla gentil palestra In che a bel lauro ebbe ragion . Ma quanli Patimenti e disagi Ei non sostenne Per darsi tutto altrui? Non altro egli ebbe In mente e in cor che di combatter l'ire Dei discoperti e degli occulti morbi Che all' uom fan guerra . Nè con Lui fu d'uopo Spender lunga preghiera onde in soccorso De' miseri ei venisse . E il sa Colei Ch'orfana, ignuda, derelitta, ed egra Un più che padre in lui rinvenne; e salto Il Gentil che impalmolla ; e il san pur tulli Quanti il conobber vivo, e da vicino Ne ammirar l' opre. Ma a ridir non valgo Quai furo e quante le pietose e chiare Virtù che in core gli sedean; nè il mio Verso ba valor d' accompagnarsi al volo Di quell' anima bella che dal cielo Or volge un guardo al suo diletto Ronco , E si compiace di veder redate Dai cittadini suoi le generose Doti onde adorno ebbe l' ingegno e il core, E acquistò merto al grato amor di quanti Fecer ricorso a Lui. Ma di qual gioja Quel generoso Spirto non lampeggia Quando in val d' Arno egli 1·imira ed ode L' illustre suo concittadin Fratello Che in sull' Isauro pria di te sostenne Il tuo pietoso ministero , ed oggi Alla latina gioventude insegna A battagliar co' morbi! Io tra me penso Che quella benedella Anima spesso , Invisibile a ognun fuor che a sè sola , E accesa nell' amor che mentre visse A Lui portava , quivi scenda e ammir i IJa fa cii, chiara, e copiosa vena

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