Discorsi recitati da sua eccellenza il senatore di Bologna e da Vincenzo Gioberti ...

t o per la sicurezza; e che si può dire di tal guerra ciò che gli antichi dicevano dei tumulti gallici, in cui si trattava non pur dell'onore e dell' imperio, ma della salute. lmperocchè lasciando stare che se l'Austria vincesse , i nostri principi che mossero con sì nobile ardire contro di essa , perderebbero la loro autonomia, e sarebbero alla men trista ridotti a lla condizione di vicari imperiali. Chi non vede che il nemico non lascerebbe correre il destro di sbramarc l' anlica sete delle Legazioni? Che non istarebbe pago a Ferrara , sì per impelo di riscossa c di rappresaglia , come per tilolo di cautela, e di sicurezza ? Che forse spingerebbe la corsa e l'insulto si no all' llalia centrale ed a Roma, rinnovando gli esempi inumani e sacrilegbi del Borbone, e del Barbarossa? Guai a chi si affidasse che la civiltà presente abbia reso mansueto un Governo barbaro, la cui fierezza è scolpita con caratteri d' infamia, e di sangue nelle pianure Lombardo , e in quelle della Gallizia. La guerra italiana non è dunque una guerra offensiva, ma difensiva, giacchè Roma non può altrimenti preservare l' integrità, e l'indipendenza dei dominii ecclesiaslici. Non è una guerra solamente temporale, ma religiosa e sacra; sia perchè l'indipendenza degli stati

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