Pasquale Stanislao Mancini - Discorso ... sulla questione romana e sulle condizioni ...

os un'ultima e sanguinosa lotta che dovremo sostenere per istràppar Venezia alla straniera dominazione, no, non è tempo ancora di dividerci in politici dissentimenti; è suprema necessità che la nazione intera rimanga unita e · compatta quasi in giorni di pubblico pericolo, come unite e concordi si ·mostrano sempre tutte le libere e civili nazioni davanti a nemici che pongano in questione il loro onore e la loro esistenza! Che significano più questi nomi, di cui si è tanto abusato e tante> sì abusa ancora per rompere la nostra concordia, di uomini dell'ordine, e di uomini di azione? Aboliamone la memoria: tutti quanti amiamo l'Italia, vogliamo, tutti dobbiamo volere l'ordine; ma non già un ordine inerte, pauroso, partigiano, qualè sarebbe scampagnata dall'azione; tutti vogliamo e dobbiamo volere l'azione; ma non cieca, imprudente, dissolvente, causa immancabile di debolezze e di disinganni, quando non è · accompagnata dall'ordine! <Dhe significa ancora questo deplorabile dissidio, occulto, benchè spesso non confessato, tra gli adoratori ed i diffidenti di Giuseppe Garibaldi, tra idolatri ed ingrati? L'Italia non potrà mai mostra~si abbastanza riconoscente ai prodigi di valore del nostro prode e glorioso esercito; ma, ad un tempo, potremo noi obbliare i grandi e meravigliosi s·ervigi che all'Italia resero pure i suoi volontari, capitanati da quel miracolo d'uomo di Garibaldi? ( . . Signori, colla mano sulla coscienza, domandiamo a no~ stessi: senza Garibaldi e i suoi mille compagni di Marsala, senza quell'~.mpresa che allora tutta Europa qualificò come una sublime follia , prima di vederne i risultamenti , siete voi certi che ci troveremmo noi tutti qui raccolti nella

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