Pasquale Stanislao Mancini - Discorso ... sulla questione romana e sulle condizioni ...

57 entrare a far parte della codificazione generale e defìni·· tiva del regno. Non tacerò che il Codice penale italiano già fu posto in osservanza dal l o luglio di quest 'anno neÌle provincie napolitane; mi giungono da ogni luogo r elazioni, le quali fanno testimonianza della lodevole prova che generalmente il medesimo vi sostiene, e della soddisfazione di coloro ché lo veggono applicato. Per quanto riguarda la legge di soppressione dei conventi, non ne ·discuterò la giustizia intrinseca ; mi basta dire che la statistica offriva l'esistenza del numero non l minore di 1100 case religiose nelle provincie napolitane con un personale sterminato; che i beni , in gran parte immobili, ch'esse possedevano, erano di tanta importanza, che giammai una riforma delle condizioni economiche di quel paese sarebbe stata concepibile, quando nelle manimorte avessero dovuto perpetuarsi così vasti possessi. · D'altronde non era meno sentita l'urgenza di promulgare i provvedimenti sopra la polizia ecclesiastica ; Ìlnperocchè, o signori, nel paese ov'era nato Giannone e dove aveano governato Tanucci e De Marco , la potestà civile, sotto gli ultimi Borboni, avea ig~obilmente abdicato tutti,. i diritti dello Stato per compiacenza verso la potestà ecclesiastica; e però, sotto quegli ordini, il Governo trovavasi ridotto impotente ed inerme eontro le sedizioni e le cospirazioni di alcuni dei potenti capi del clero, a' cui sentimenti faceva contrasto il patriottismo e l'amore d'Italia che scaldavano le anime generose di una parte ben estesa del basso clero, secolare e regolaro, Ìn quelle provincie. Ben quarantadue vescovi trovavansi lontani d~lle loro diocesi, ed alcuni di essi cospiravano segretamente in Napoli , ed il Governo ne avea certezza. Che più? Co-

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