Pasquale Stanislao Mancini - Discorso ... sulla questione romana e sulle condizioni ...

~8 cui.la grandezza e gli elementi della storia italiana furono dìstrutti da mani italiane; ed una seconda e nuovis- . sima storia di sublimi generosità, ~i emulazione santa tra le città italiane nell'abnegazione e nei sacrifizi, se tali possono chiamarsi gli sforzi per crearsi una patria grande, rispettata e libera. Ora, o signori, non si tema, nè vi sia chi dica che questa indole generosa del nostro movimento in Napoli abbia tralignato ; che ivi, con un colpevole anacro~ismo, po'ssa sollevarsi seriamente una questione di capitale,. quando tutti gli occhi e le speranse degli Italiani, aspet- , tando il giorno prefisso dalla Provvidenza, sono rivolte a Roma, tradizionale e necessaria capitale d'Italia; perehè sola, fra tutte le città italiane, ebbe il vanto di essere due volte la capitale del mondo; e che Napoli, anzich.è· confidare che dali~ sue proprie leggi ed istituti si tolga ciò che vi ha di buono ed imitabile per co~correre alla costruzione della grande legislazione comune.definitiva del rlegno italiano, opera riservata al senno ed 1aglì studi del Parlamento italiano, faccia ostinatamente all'amore con gli abrogati Codici ed editti dei Borboni, i quali, o signori, avrebbero ·meritato di perire, se non per altro, per ispegnere la memoria di legislatori, che n~n furono benefattori, ma oppressori del popolo. Quest'accusa, dunque, e questi sospetti costituiscono pei miei concittadini un'atroce ingiuria, contro la quale io protesto in ·nome loro, facendomi .interprete dei loro gènerosi sentimenti. In Napoli, signori, visse ogno'ra ardente, gagliardo, benchè occulto, il sentimento nazionale, lo spirito deU'italianità. Chi puo contare le vittime che in quel paese han fatto sacrifizio a questo sentimento della loro vita e della loro. libe~tà? Al ,certo ~o n minor grati- .

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