Pasquale Stanislao Mancini - Discorso ... sulla questione romana e sulle condizioni ...

26 ' così penosa.1nente e con tanti sforzi e sacrifici innal- . ~ando. J\t!a, o signori , facciamoci per alcuni istanti a co,nsider are, a r iconoscere il carattere della nostra rivoluzione dell859 e 1860, raffrontan clolo con lo stato degli animi e ~ delle opinioni nel 1848 e nel 1849. Nel 1848 gl'Italiani , nuclriti d~llo studio delle loro antiche istorie, tutti ugualmente nuovi alla vita politica, ignari gli abitanti di ciascuna provin,cia delle condizioni e dei bisogni delle altre, ed infine, avendo a guida un -vessillo federale, aspirarono, rna non riuscirono , a svincolarsi dalle pastoie del municipalismo. Corsero dietro al concetto di una stretta alleanza e solidarietà di n1unicipi , avendo gli occhi ancora troppo infern1i peT affissarli nel lu1ninoso sole di .una patria grande, possente ed una. E la discordia non tardò a scuotere la sua face in n1ezzo ad essi: e il Governo iniquo e fedifrago che reggeva le Due / Sicilie consun1ò quella memorabile defezione, alla quale: è dovuta principalmente la caduta ben meritata di quell:;~<) dinastia, ritir.ando il contingente del suo esercito destinato a combattere sul' Po il co1nune nemico; è Venezia cliffidò del Pie,monte; e tra Milano e Torino, lo ricordian1o· ancora con dolore , si sollevò la deplorabi~e contesa della capitale; e quel grande conato fallì! Dieci anni di dolore e di vergogna in t utti i paesi d'I-· talia ove l'Austria ristaurò le assolute tirannidi; l'inconcussa fede del Pie1nonte e del suo principe alle istituzioni libere; il pane dell'esilio mangjato in comune ìn questo paese ospitale tra Lombardi, Ron1.agnoli, \ T eneziani, ·Siciliani, Napolitani, .furono, o signoT], una scuola ed una educa.zione che non andò perduta per il popolo italiano. Qua~do alla voce di Vittorio Emanuele l'Italia insorse

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